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PADOVA - Più di 200 eventi all'anno fra concerti, laboratori per grandi e piccini, mercatini, incontri e lezioni aperte. E proprio questa sera dalle 20 una grande festa musicale per un compleanno: quello del Campo dei Girasoli, che spegne la sua seconda candelina dall'inizio della rinascita. Il parco, oggi, è un centro culturale a cielo aperto, un laboratorio costante dove famiglie e cittadini si riuniscono ogni giorno per condividere attività ed esperienze. La proposta che sta dando più soddisfazione, agli organizzatori, è proprio quella dei centri estivi: «è un fronte su cui gli incassi sono a zero - chiarisce Tommaso Napoli, uno dei soci - ma che ci regala moltissimo in termini di emozioni, idee, vitalità. Lavorare con tanti bambini è incredibile, e in più collaboriamo con tantissime realtà che ci permettono di offrire un servizio unico. Una di noi soci, Alice Caruso, è un'educatrice specializzata. Insieme a lei, un anno fa, ci siamo chiesti quale fosse l'anima da dare ai nostri centri estivi, in questo tempo post covid. E abbiamo scelto di puntare sull'inclusione. Abbiamo bambini disabili e non che partecipano alle stesse attività, proposte in parte proprio da associazioni che lavorano con persone disabili. Tra queste Irpea, Anffas, Antares, il gruppo genitori di Down Dadi. I laboratori occupano un paio d'ore, ogni giorno, e sono un'esperienza molto intensa, per tutti. In generale, poi, le attività poi sono tantissime e comprendono osservazione della natura, fare l'orto, creare con materiali di riciclo, sperimentare la musica e i suoni, solo per citarne alcune».
La storia
Fino a qualche anno fa il Campo dei Girasoli, un'area immensa che si estende tra il Basso Isonzo e la Sacra Famiglia, era una distesa d'erba incolta, conosciuta per lo più dai possessori di cani che lo utilizzavano per far correre liberi i propri amici a quattro zampe.
L'affidamento
Quando esce il bando, in poco tempo gli amici fondano una società e mettono per iscritto una proposta che già riassume il senso del loro progetto: creare una rete territoriale quanto più ricca possibile, per fare in modo che ogni aspetto dell'organizzazione sia gestito da esperti. Oggi l'area si è arricchita di un frutteto da 7000 mq, coltivazioni biologiche usate per i prodotti del bar, orti urbani, una fattoria didattica e un'area rifugio per animali selvatici. Il piccolo bar, con ampio plateatico, offre solo prodotti biologici e lavora il più possibile con le aziende del territorio. Intorno un magnifico spazio verde, che ora è curato e ben tenuto. Progetti futuri? «Allargare la rete - conclude Tommaso - e puntare sempre più sui progetti per bambini e famiglie, che restituiscono il senso di tutto il nostro lavori».
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