MESTRE - Adesso i posti ci sono. E, nel giro di un paio di mesi, ne arriveranno altri 300 per sistemare ordinatamente (e in sicurezza) le biciclette su tutta la terraferma. Ma,...
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QUESTIONE DI DECORO
Non è una semplice “minaccia”, perché l’ordinanza è già in vigore da ieri, 17 febbraio. E Renato Boraso, assessore alla Mobilità, ne spiega i motivi: «In questi anni, a partire dal 2017, la nostra amministrazione ha avviato un’attività di riordino anche degli stalli per la sosta delle biciclette - ricorda Boraso -. In terraferma abbiamo sostituito centinaia di rastrelliere scegliendo, tra l’altro, quel modello “Verona” che permette di agganciare facilmente il telaio della bicicletta e che, con una buona catena, è a prova di ladro. Nonostante ciò continuiamo a vedere bici agganciate ovunque, intralciando il passaggio e con evidenti effetti negativi sul decoro urbano. In piazzale Cialdini è un disastro, lo stesso nel piazzale della stazione ferroviaria di Mestre, ma i problemi arrivano fino a Tessera. Era arrivato il momento di intervenire».
ALTRI POSTI IN ARRIVO
Attorno alla stazione, tanto per fare un esempio, c’é il BiciPark (però a pagamento), ma anche una quantità di rastrelliere di tutto rispetto. Che, però, spesso sono semivuote perché parecchi pendolari che arrivano in stazione sulle due ruote (spesso anche dei catorci) preferiscono lasciarle praticamente davanti all’entrata, legandole una sull’altra ai pali o nelle aiuole. L’ordinanza appena firmata ricorda anche che, oltre a quelle già installate, tra marzo e aprile Avm posizionerà altre rastrelliere («in tutto 300 altri posti divisi su una cinquantina di rastrelliere» precisa Boraso). Chi lascerà ancora le bici in giro non ha quindi più alibi, mentre il Comune non sarà più costretto ad emettere di volta in volta delle ordinanze di rimozione “a spot” (in passato fu fatto per la stazione, piazzale Cialdini e l’area di via Ulloa), perché quella pubblicata ieri resterà sempre in vigore estesa su tutto il territorio della terraferma. «Le situazioni critiche verranno segnalate all’impresa che si occupa della manutenzione stradale - conclude Renato Boraso -. Passeranno e porteranno via tutto, così la volta dopo i proprietari ci penseranno prima di attaccare la bici dove capita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino