Il gip di Milano Anna Magelli ha archiviato l'indagine in cui Totò Riina, intercettato il 14 settembre 2013 nel carcere di Opera nel corso di una conversazione con...
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COME PADRE PUGLISI
Il pm ha chiesto l'archiviazione ma con diversa motivazione: "Le frasi non hanno efficacia intimidatoria", ha sostenuto Bruna Albertini. Le intercettazioni con le minacce di Riina erano state depositate nel processo sulla trattativa Stato- mafia, in corso davanti alla corte d’assise di Palermo, e sono state trasmesse alla procura milanese per competenza.“ La vicenda, infatti, è avvenuta durante l''ora d'aria nel carcere di Opera. Nel mirino di Riina, questa volta, c'è don Luigi Ciotti, fondatore di LIbera, che coordina le associazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia. Il capomafia di Corleone parla con Lorusso e a un acerto punto afferma, riferendosi a don Ciotti: "Questo prete è una stampa e una figura che somiglia a padre Puglisi", il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia per il suo impegno nel quartiere di Brancaccio. A mettere in allarme gli inquirenti della Direzione investigativa antimafia di Palermo sono state le parole pronunciate da Riina: “Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo”, possiamo pure ammazzarlo. La ragione alla base delle minacce, stando alle indagini, è proprio l’attività di Libera, perché nella stessa conversazione l’uomo ha riferisce a Lorusso di essere “preoccupato. Sai, con tutti questi sequestri di beni...". L'associazione di don Ciotti, infatti, gestisce diversi beni confiscati a Cosa nostra.
RICOVERATO
Totò Riina, 86 anni, uno maggiori dei capi di Cosa Nostra, arrestato dopo una lunga latitanza nel 1993 e ritenuto responsabile dei più gravi delitti di mafia degli ultimi trent'anni, a cominciare dalle stragi di Capaci e via D'Amelio, non solo è ancora pericoloso e non ha mai mostrato segni di ravvedimento.
Il Gazzettino