Rigassificatore nel golfo di Trieste: la Regione Fvg impugna il decreto

Rigassificatore nel golfo di Trieste: la Regione Fvg impugna il decreto
TRIESTE - «La Regione Friuli Venezia Giulia ha impugnato avanti al Tar del Lazio il decreto con il quale il ministero dell'Ambiente, di concerto con il ministero per i...

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TRIESTE - «La Regione Friuli Venezia Giulia ha impugnato avanti al Tar del Lazio il decreto con il quale il ministero dell'Ambiente, di concerto con il ministero per i Beni Culturali, il 12 giugno ha stabilito la compatibilità ambientale del progetto di un metanodotto Trieste - Grado - Villesse, presentato dalla società Snam rete Gas spa». Lo ha annunciato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, che ha ricordato «come la assoluta contrarietà a questo progetto nasce dalla analoga posizione negativa all'ipotesi di realizzare un rigassificatore nel golfo di Trieste, a Zaule. Le due opere - ribadisce - sarebbero funzionalmente interconnesse e dunque senza il rigassificatore non ha senso pensare di costruire un metanodotto». «Pertanto - precisa - come a suo tempo la Regione si è opposta al rigassificatore, chiedendo proprio al Tar del Lazio l'annullamento del decreto di compatibilità di quell'opera per ragioni di sicurezza della navigazione e in quanto ostacolo oggettivo alle prospettive di sviluppo del Porto di Trieste, altrettanto oggi, fatti gli opportuni approfondimenti tecnici, abbiamo formalmente impugnato il decreto sul metanodotto».


La vicenda inizia nel 2004, quando Gas Natural avvia la procedura per l'autorizzazione alla costruzione di un impianto di rigassificazione che, «inspiegabilmente e illegittimamente - evidenzia Serracchiani - si è di fatto conclusa con un via libera ministeriale, contro il quale la Regione ha presentato il suo primo ricorso al Tar ancora nell'aprile 2015». «Nel Piano energetico regionale il Friuli Venezia Giulia ha ribadito la volontà di non autorizzare la realizzazione sul proprio territorio del rigassificatore - ha sottolineato la presidente - in quanto progetto sovradimensionato e in contrasto con il previsto incremento del traffico portuale, peraltro sancito dalla recente firma del decreto di porto franco, elemento epocale che ne accresce ulteriormente le potenzialità». Una posizione peraltro ben nota al Governo e in particolare al ministro per lo sviluppo economico, Carlo Calenda, che in incontri e scambi epistolari con la presidente ha confermato di conoscere le determinazioni della Regione.
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Il Gazzettino