Il rifugio Luigi Gorza conteso tra Trentino e Veneto: il comune di Canazei chiede verifiche

Il rifugio Luigi Gorza conteso tra Trentino e Veneto
LIVINALLONGO - Il Comune di Canazei chiede chiarimenti sul confine fra le province di Trento e Belluno a Portavescovo. Lassù, a 2.478 metri di altitudine tra le Dolomiti...

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LIVINALLONGO - Il Comune di Canazei chiede chiarimenti sul confine fra le province di Trento e Belluno a Portavescovo. Lassù, a 2.478 metri di altitudine tra le Dolomiti più belle, la stazione di arrivo della funivia e la posizione del rifugio Luigi Gorza da che mondo e mondo sono sempre stati in territorio di Livinallongo. Ma da qualche tempo l'ente trentino ha avanzato l'opportunità di verificare in maniera più adeguata, con studi storici e cartografici, se la realtà assodata sia veramente quella assoluta. «Forse - ironizza il sindaco agordino Leandro Grones - più per una questione di cassa che di verità storica. Sì perché se a noi comune bellunese la quota Imu in ballo finisce direttamente nei conti di Roma, non è la stessa cosa per un comune di provincia autonoma com'è Trento che, invece, può trattenersela». E così, accanto all'annosa diatriba sui confini della Marmolada tra Rocca Pietore e Canazei - e quindi tra Veneto e Trentino - si apre ora questa nuova faida.


L'INCARICO

Alla luce dell'istanza di chiarimenti da parte di Canazei, Livinallongo ha necessariamente dovuto correre ai ripari e incaricare un esperto a sbrogliare la matassa. E' proprio di questi giorni, infatti, l'assegnazione dell'incarico al geometra Dino Bellumat, con studio a Feltre, volto a definire la linea esatta di confine tra i due comuni, in località Portavescovo - Forcella Europa. «Il professionista - spiega Grones - ha il compito di effettuare delle ricerche documentali presso l'archivio di Stato di Belluno, gli uffici del Catasto di Belluno e di Canazei ed eventualmente di Trento al fine di acquisire, su supporto cartaceo e digitale, le cartografie sulle quali la linea di confine è rappresentata, sia nelle mappe storiche (Teresiane vigenti e cessate), che in quelle d'impianto attuali (Nuovo Catasto Terreni Italiano), le monografie dei punti trigonometrici e ogni altro elemento utile». Sotto l'occhio indagatore, quindi, eventuali cippi storici di confine tra le province di Belluno e di Trento, termini di confine lapidei o lignei, spigoli di fabbricati o altri punti in qualche modo individuabili. Non mancheranno poi ricognizioni in loco per una valutazione sia generale dello stato dei luoghi che particolare al fine di verificare l'effettiva presenza materiale dei punti di inquadramento.


IL COMMENTO

«È di qualche tempo fa - ricorda il primo cittadino Grones - la richiesta di Canazei di verifica dei confini di Portavescovo. Un sito interamente demaniale con delle zone non censite che, secondo i vicini trentini, darebbero adito a delle incongruenze. Queste aree interesserebbero in parte l'arrivo della funivia di Portavescovo e in minima parte il rifugio Luigi Gorza». Canazei, da quanto sostiene, desidera sistemare la questione in maniera certosina una volta per tutte, per dare ordine e chiarezza». Ma non è da escludere, più venalmente parlando, che la questione abbia invece un taglio economico in quanto se le aree in questione dovessero ricadere in futuro in territorio di Canazei, lo stesso Comune vedrebbe aumentare i suoi incassi Imu. «Mentre come Livinallongo - dice il sindaco - la partita viene gestita direttamente da Roma e a noi non ne va e non ne entra nulla». Livinallongo ha in condivisione con Canazei anche il passo Pordoi, dove proprio di recente è stato venduto dal Cai il Centro di formazione Bruno Crepaz i cui muri sono per metà in un comune e per metà nell'altro. «Ma qua - fa sapere il sindaco di Livinallongo - la situazione è chiara e indiscussa. Tant'è che come comuni ci siamo già ritrovati per cercare di andare incontro alla società acquirente». Un'altra partita confinaria, però. Livinallongo ce l'ha aperta con la Provincia di Bolzano: si tratta di un sito sopra il passo Campolongo dove un tempo c'erano le fontane delle vecchie stalle. I tecnici sono già al lavoro per dirimere il tutto.

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Il Gazzettino