Dopo 70 anni il Cai dice addio al rifugio Biella: passa al Comune

Il rifugio Biella
CORTINA - Dopo quasi settant'anni, il Club Alpino di Treviso lascia il rifugio Biella alla Croda del Becco. L'addio era nell'aria da tempo ma, con l'inizio...

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CORTINA - Dopo quasi settant'anni, il Club Alpino di Treviso lascia il rifugio Biella alla Croda del Becco. L'addio era nell'aria da tempo ma, con l'inizio del 2016, è diventato effettivo: il Comune di Cortina d’Ampezzo è nuovo proprietario della struttura, situata a 2.327 metri di quota nel lunare pianoro dell'Alpe di Fosses, nel cuore delle Dolomiti tra le province di Belluno e di Bolzano. Una cessione, peraltro, non voluta dal sodalizio trevigiano degli appassionati di montagna, ma resa inevitabile da recenti normative. Come molti altri rifugi anche il "Biella" era, in realtà, proprietà del Demanio e dato in concessione al Cai. Con la cosiddetta legge sul Federalismo demaniale, lo Stato ha dato la possibilità agli enti locali di rilevare a costo zero parte del suo patrimonio, dalle ex caserme ai fari. E l'amministrazione municipale della "Perla delle Dolomiti" ne ha approfittato. È stato necessario seguire un iter particolare, tramite la Sovrintendenza, avendo il fabbricato più di sessant'anni. Al Comune andrà anche il bivacco invernale costruito negli anni '90, a spese del Cai di Treviso, e attrezzato con un piccolo centro studi. L'amministrazione ha deciso di proseguire direttamente il rapporto con Guido Salton, guida alpina cortinese (ma originario di Cison di Valmarino), che conduce la struttura dal 1992. Il Club alpino trevigiano ricaverà alcune migliaia di euro solo dalla vendita, proprio al gestore, della licenza, degli arredi e della cucina. «Resta l'amaro in bocca -ha spiegato il presidente Sergio Mari Casoni, nella recente assemblea sezionale- ma abbiamo potuto solo prendere atto, senza poter far nulla».

Dotato di 42 posti letto, il Biella è il punto d'arrivo della prima tappa della frequentatissima Alta via 1. Era stato costruito nel 1907 dalla sezione di Eger del Doav (il club alpino austriaco e tedesco). L'intera zona, infatti, era allora sotto l'Impero asburgico. Passata l'area all'Italia, dopo la Grande Guerra, anche il rifugio era stato affidato al Cai di Biella (da cui il nome). Dopo il secondo conflitto, il nuovo cambio: il 20 luglio 1947 si tenne la cerimonia ufficiale di passaggio al sodalizio di Treviso. Una storia con la Marca ora giunta all'epilogo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino