Il rifugio Dibona bandisce le motoslitte: «Riportiamo il silenzio nei boschi»

Il rifugio Dibona
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CORTINA D’AMPEZZO - Il prossimo inverno porterà novità sostanziali nella gestione del rifugio Angelo Dibona, a 2.083 metri, nel Valon de Tofana: «In rispetto totale della natura e del muoversi all’aria aperta, rimuoviamo le motoslitte dai nostri servizi. Il rifugio si potrà raggiungere soltanto a piedi, con le ciaspole o sci con le pelli, per il sentiero che sale dalla strada del passo Falzarego», spiega Nicola Recafina, che gestisce la storica struttura, sulle orme del papà Riccardo, del nonno Mario e di sua moglie Antonia, figlia dello scalatore, simbolo delle guide alpine ampezzane. «Ci pensavamo da un po’ e ora ci siamo decisi – continua Nicola – già lo scorso inverno ci siamo resi conto che la gente si dedica sempre di più al movimento fisico. Le persone hanno piacere di camminare nel bosco silenzioso, di approfondire la conoscenza della montagna. Ci si muove sempre di più a piedi, con gli sci e le pelli, le ciaspole, come d’estate si usa la bicicletta. Inoltre abbiamo considerato che la motoslitta è sempre più difficile da gestire, sia per i costi, sia per l’aspetto tecnico e per le responsabilità. Ci siamo trovati di fronte alla necessità di incrementarne ancora l’uso, quindi di abusarne, oppure di abbandonarla. E abbiamo scelto». 


In questa decisione ha avuto un certo peso la particolare condizione dello scorso inverno, con gli impianti chiusi, per la pandemia Covid-19: «E’ cresciuta la voglia diffusa di muoversi all’aperto, da soli o con la propria famiglia. Quella situazione è stata fondamentale per portare molti a staccarsi da alcune consuetudini. E’ cresciuto il numero di persone che si muovono in montagna, secondo una sensibilità nuova e diversa. Qui si arriva comodamente in un’oretta di passeggiata». Subito c’è stata una valanga di commenti positivi alla notizia, postata sui canali sociali, ma va detto che non tutti stanno accogliendo con favore la decisione della famiglia Recafina: «Diciamo pure che qualcuno ci ha espresso tutta la sua forte contrarietà – conferma Nicola – soprattutto chi è abituato ad essere portato in rifugio seduto in motoslitta, la sera, per gustarsi la cena e le libagioni, per poi scendere con lo slittino. Avevamo gruppi ormai affezionati, con date fisse, come il 26 dicembre, oppure Capodanno. Sappiamo che quelli li perderemo, oppure muterà la clientela. Siamo comunque convinti di non cambiare idea, neanche per il cenone di fine anno, ma di restare in linea con la decisione presa». 


Il rifugio sarà aperto tutti i giorni da sabato 4 dicembre: «I pranzi si svolgeranno regolarmente, noi siamo qui e accogliamo con calore chi arriva. Siamo convinti che resterà almeno il 90% della clientela. Cambierà la cena, che sarà soltanto su prenotazione: avremo meno gente, ma sarà anche meno impegnativo per noi. Non faremo neppure il trasporto più breve, dalla pista da sci Tofanina sino a qui. Si arriverà soltanto a piedi, così come si scenderà. Se non ci saranno prenotazioni per la cena, il locale chiuderà alle 16, anche se questo orario è molto elastico, in base alle giornate, alle situazioni. Questo primo anno sarà di prova, per tarare orari e modalità. Useremo molto i social, per comunicare con i clienti, per avvertirli di cosa sta accadendo. Sono curioso anch’io. Sono in fibrillazione, perché sarà una gestione del tutto diversa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino