Marca sempre più regina del riciclo dei rifiuti

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TREVISO Ormai è conosciuto in tutta Italia come il modello Treviso. Il governo Lega-Movimento 5 Stelle, e non solo, lo indica come la stella cometa da seguire quando si parla di riciclo. E una nuova conferma arriva dall'ultimo report sulla gestione dei rifiuti urbani targato Arpav: la Marca è in cima a tutte le classifiche. Senza distinzioni tra destra e sinistra Piave. «La provincia di Treviso è la consacrazione raggiunge il valore più alto di raccolta differenziata, con l'81,5 per cento». 

 
LE MODALITÀ
Ci sono due modi per calcolare la percentuale. Quello che dà come risultato 81,5 è il più restrittivo. Con l'altro si sfiora il 90 per cento. Fatto sta che il valore è già superiore all'obiettivo del 76 per cento fissato dal piano regionale per il 2020. Solo tre paesi trevigiani sono sotto ancora sotto il 76%: Motta di Livenza, Valdobbiadene e Fregona. Tutto questo con le tariffe più basse d'Italia: 185 euro all'anno contro una media nazionale di 304 euro. Merito della modalità di tariffazione puntuale, applicata in tutta la Marca: si paga in base alla quantità di rifiuti prodotta. Ormai qui sembra una cosa scontata. Ma anche in Veneto tale sistema è applicato solo nel 45% dei comuni. Allargando l'analisi all'intera regione, dopo il trevigiano, in seconda piazza, c'è la provincia di Belluno, con il 74,5% di raccolta differenziata. Con il suo 81,8% la città di Treviso primeggia tra i comuni con più di 50mila abitanti. Il secondo capoluogo è lontano: Belluno arriva al 73,2%. Preganziol (83.9%) è in testa nella fascia dei paesi tra 15mila e 50mila residenti. Mentre Caerano San Marco e Trevignano (85,6%) svettano tra i comuni con popolazione compresa tra 5mila e 15mila cittadini. 
ECCELLENZA
A livello di numeri assoluti, l'anno scorso ciascun trevigiano ha prodotti in media 361 chilogrammi di rifiuti urbani. E' il dato più basso in Veneto. Il valore massimo è registrato nella provincia di Venezia: 563 chili. Ma qui incide anche l'elevata presenza di turisti. Praticamente tutti i comuni del trevigiano producono meno di 420 chilogrammi di rifiuti urbani all'anno pro capite. Obiettivo anche questo fissato per il 2020. Solo cinque superano tale soglia: Treviso, Silea, Monastier, Zenson e Oderzo. Quest'ultimo, tra l'altro, risulta essere il solo comune che non ha ancora adottato il sistema di raccolta porta a porta spinto. 
DESTRA E SINISTRA PIAVE

Il report dell'Arpav scende poi nei dettagli analizzando ogni paese della destra e della sinistra Piave. Nel primo ambito la raccolta è gestita da Contarina, società interamente sotto controllo pubblico. Nel secondo da Savno. Il bacino destra Piave conta 50 comuni, quasi 555mila abitanti, oltre 234mila utenze domestiche e 28.200 non domestiche. Tra queste, poco meno di 48mila fanno il compostaggio domestico dell'umido. La produzione totale di rifiuti tocca quota 201.106 tonnellate: 362 chili pro capite all'anno. Pure qui ci sono due metodi per calcolare la percentuale della raccolta differenziata: la forbice va dall'82,7 all'88,7%. Si recupera soprattutto l'umido: 46.354 tonnellate (83,5 chili per abitante). A seguire verde (53 chili pro capite) e carta e cartone (51,9 chili). Mentre nel bacino sinistra Piave ci sono 44 comuni, oltre 304mila abitanti, quasi 130mila utenze domestiche e 14.200 non domestiche. Circa 43mila fanno il compostaggio domestico dell'umido. L'anno scorso sono stati prodotte in tutto 107.490 tonnellate di rifiuti: 353 chili pro capite. Il livello di raccolta differenziata oscilla tra il 79,7 e l'85,3%. Come per la destra Piave, si recupera soprattutto l'umido: 24.182 tonnellate (79,4 chili per abitante). Poi carta e cartone (53 chili pro capite), verde (42,9 chili) e vetro (39,4). 
Mauro Favaro  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino