Rifiuti, a Belluno si paga meno: la metà della media nazionale

Cassonetti dei rifiuti in città a Belluno
Leggero come una piuma. Anzi, come la tassa rifiuti di Belluno. I modi di dire possono anche cambiare. Non cambia invece la buona abitudine del capoluogo dolomitico nei confronti...

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Leggero come una piuma. Anzi, come la tassa rifiuti di Belluno. I modi di dire possono anche cambiare. Non cambia invece la buona abitudine del capoluogo dolomitico nei confronti del servizio raccolta immondizie. Un servizio che funziona alla grande e che costa pochissimo. Talmente poco da risultare il più economico d’Italia. Le tasche dei bellunesi lo sanno bene ormai da qualche anno. E fanno invidia alle tasche del resto dello Stivale. Perché la tassa rifiuti in riva al Piave e all’ombra dello Schiara costa la metà esatta rispetto alla media nazionale.

IL DATO
A stilare la speciale classifica della raccolta rifiuti è il dossier di Cittadinanzattiva. Nell’osservatorio annuale di prezzi e tariffe, c’è una sezione dedicata proprio ai costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia (viene preso come riferimento per il 2018 il nucleo famigliare tipo, composto da 3 persone e con casa di proprietà di 100 metri quadri). Risulta che la media nazionale è il doppio esatto della cifra pagata in un anno dalla famiglia bellunese tipo: 302 euro contro i 153 euro versati alla Bellunum, l’azienda partecipata di Palazzo Rosso.  In Veneto la spesa media a famiglia è di 236 euro. A Venezia il record regionale di 377euro. Seguono Rovigo (270 euro), Padova (214 euro), Vicenza (208 euro), Verona (193). A Treviso c’è la tariffa puntuale (un ibrido tra rifiuti prodotti e base uguale per tutti gli utenti del servizio) che nel 2017 è stata mediamente sui 227 euro. Insomma, tutti più bassi della media nazionale. Ma per quanto basso, nessun capoluogo veneto riesce a restare sui costi di Belluno.
NESSUN TRUCCO

Non c’è nessun gioco di magia. E neppure conti sbagliati. La tariffa di Belluno è davvero la più bassa d’Italia. Possibile? «Certo che sì - risponde Davide Lucicesare, direttore della Bellunum srl -. Il nostro è un metodo ibrido tra tariffa e performance ambientale. Difatti, puntiamo a costi bassissimi e all’igiene ambientale in egual misura. Siamo ai vertici delle classifiche sia sul fronte del riciclo sia sull’economicità. Con un metodo diverso dagli altri». In pratica, non c’è la differenziata spinta porta a porta. Ma questo non significa che i bellunesi producano più rifiuto e neppure che la qualità della differenziazione sia più bassa. «Bellunum punta a tenere la tariffa bassa, avendo comunque un indice di differenziata elevatissimo. Questo è merito anche della virtuosità dei cittadini - continua Lucicesare -. La società ha fatto una scelta di metodo che è quello stradale misto. Tutti puntano al porta a porta? Sì, ma non è detto che funzioni ovunque. E in ogni caso, rimane il sistema più costoso. Noi al contrario abbiamo una raccolta stradale evoluta, che ci permette di avere tariffe bassissime». Che dire bassissime? Praticamente fuori mercato. E stabili anche per il 2019.
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Il Gazzettino