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BELLUNO - Nessuno come Cortina d’Ampezzo, con un trend almeno decennale. Nella conca, secondo le cifre della Regione, si producono più rifiuti che altrove nel Bellunese, si presta meno attenzione alla differenziata e, di conseguenza, il servizio di raccolta, smaltimento e gestione costa di più. Cortina guida infatti la classifica dei costi comunali per le immondizie nell’intera provincia. Nel 2022 i costi comunali, su scala annuale, hanno impegnato ogni abitante per 461,32 euro. Situazione opposta a Zoppè di Cadore (95,23 euro), Soverzene (96,76) e Feltre (98,75). Tutte le altre casse municipali hanno impegnato almeno cento euro per ogni residente. La media bellunese si attesta su 158,82 euro.
LOCALITÀ DI VACANZA
Quasi tutti i comuni si collocano al di sotto dei duecento euro per persona. Con l’eccezione, per l’appunto, della conca dei vip, seguita da una serie di realtà, soprattutto (ma non solo) cadorine: Auronzo (292,11 euro), Cibiana (289,82), Borca (284,2), Perarolo (259,65), Val di Zoldo (207,21). Il caro rifiuti è proporzionale alla minor percentuale di raccolta differenziata. Almeno per Cortina, dove il corretto conferimento di frazione organica, carta e cartone, vetro, legno, metallo, plastica, tessili, ingombranti ed altro si ferma a 65,77% (nel 2011 era stato del 51,33%), quasi venti punti percentuali al di sotto della media provinciale del 84,85% (nel 2011 del 69,43%).
I VARI COSTI
I dati sono la somma del costo di diversi servizi inerenti ai rifiuti solidi urbani, come la raccolta, il trasporto e la gestione dei rifiuti indifferenziati e differenziati. Nell’elaborazione dei numeri, il costo di spazzamento e lavaggio è scorporato dal costo di gestione dei rifiuti indifferenziati e presentato come voce separata in quanto, nei comuni di una certa dimensione o in cui la gestione dei rifiuti è affidata ad un ente consortile di ambito, sono spesso operati direttamente in economia dal Comune con proprio personale o attraverso ditte diverse da quelle che effettuano la raccolta dei rifiuti.
L’ORIGINE DEI DATI
La fotografia delle immondizie bellunesi emerge dalle tabelle del catasto dei rifiuti, articolato in una sezione nazionale, presso l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), e in sezioni decentrate, presso le Agenzie regionali e le Province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione dell’ambiente. L’Ispra ha organizzato la propria sezione per via informatica, attraverso la costituzione del catasto telematico, per fornire un quadro conoscitivo completo, costantemente aggiornato e facilmente accessibile in materia di rifiuti, per orientare politiche e interventi adeguati e per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive. Le cifre sono corredate di un rapporto frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione da parte del Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare.
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Il Gazzettino