Rifiuti abbandonati la protesta dei residenti: «Quartieri come discariche a cielo aperto»

RIFIUTI ABBANDONATI - I quartieri diventano discariche a cielo aperto
PADOVA - I “furbetti” dei rifiuti agiscono il fine settimana nel cuore della notte. Arrivano dai comuni limitrofi alla città. In un furgone o in un’auto...

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PADOVA - I “furbetti” dei rifiuti agiscono il fine settimana nel cuore della notte. Arrivano dai comuni limitrofi alla città. In un furgone o in un’auto ammassano grandi quantità di spazzatura, per poi abbandonarla accanto ai cassonetti dei nostri quartieri. Lasciano sacchi zeppi di scarti dell’edilizia, copertoni delle macchine, materassi, vecchi mobili, cassette della frutta, ma anche taniche piene di oli esausti e di vernice. 


A denunciare queste discariche a cielo aperto sono stati i comitati Stanga, piazza De Gasperi e San Bellino all’Arcella. Un fenomeno che nell’ultimo anno sembra essersi acuito. 

STANGA
«Il nostro quartiere - ha raccontato Paolo Manfrin del Comitato Stanga - da anni subisce questo scempio. Le zone più colpite sono le vie Anelli, Longhin e Maroncelli. Soprattutto il fine settimana scaricano di tutto. In particolare materiale edile, materassi e casette della frutta». 
Ma chi ha interesse a liberarsi di questi rifiuti nel cuore della notte? Il comitato Stanga, da sempre vigile nel rione, ha raccolto una serie di segnalazione da parte dei residenti e chi si sbarazza della spazzatura ingombrante arriva spesso dai comuni di Vigonza e di Noventa. «Non vogliono smaltire questi rifiuti nei loro comuni di residenza - ha proseguito Manfrin - e vengono in città per abbandonarli. Poi scappano e non lasciano traccia del loro passaggio». 
Alla Stanga si registra anche un altro problema sempre legato all’immondizia. Alcuni ristoranti della zona hanno messo i lucchetti ai loro bidoni dell’umido. «A fine serata - ha concluso il presidente del comitato - diversi giovani tossicodipendenti rovistano nei cassonetti in cerca di cibo avanzato dalle cucine. A terra lasciano molta sporcizia. L’altro inconveniente sono i gabbiani, che si avventano sulla spazzatura e lordano ovunque. Così i locali della zona sono stati costretti a chiudere i bidoni con i lucchetti».

PIAZZA DE GASPERI
La situazione non cambia in piazza De Gasperi. Qui i residenti, fautori della sicurezza 2.0 con l’ingaggio delle guardie giurate, ogni giorno lottano con l’abbandono dei rifiuti sotto le loro finestre. L’altra mattina hanno trovato cinque vecchi materassi. Ma non mancano, accanto alle campane dei rifiuti, scatoloni ammassati, sacchetti neri pieni di spazzatura e gli scarti dei ristoranti. Tutto lasciato a terra. «Non è colpa di Aps - hanno dichiarato - ma di persone incivili». Vivere qui non è facile hanno fatto sapere. «Il degrado sembra essersi impossessato - hanno proseguito - di questo quartiere di Padova. Lo spaccio continua e la piazza è diventato un rifugio notturno dei senza tetto».

ARCELLA
L’abbandono della spazzatura ha colpito anche l’Arcella. A parlarne è una esperta del settore, Rossella Salvan portavoce del comitato San Bellino da anni impegnata a promuovere le più svariate forme di riciclo dei rifiuti nel rispetto dell’ambiente. «Qui a San Bellino il problema non c’è - ha raccontato - ma basta spostarsi di poco, nel rione San Carlo, dove invece il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti è reale. In città sono installate molte telecamere per la sicurezza, potrebbero essere sfruttate per incastrare chi abbandona i rifiuti. Certo ci vuole qualcuno che le guardi sempre». 

Per Salvan il problema dello smaltimento dell’immondizia è strettamente legato anche al portafogli della gente. «Tenere pulita la nostra città sarebbe più semplice - ha ripreso - se adottassimo sistemi già in vigore all’estero. Ad esempio in Croazia una persona può guadagnare un euro raccogliendo quattordici bottiglie di plastica. Ma senza andare lontano - ha terminato - nel comune di Casalserugo si possono conferire le bottiglie di plastica attraverso l’applicazione Coripet. In cambio si ricevono punti, sconti o altri vantaggi per ogni bottiglia inserita».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino