Il Comune di Venezia offre lavoro ai percettori del Reddito ma in dieci lo rifiutano

Il Comune offre lavoro ai percettori del Reddito ma in dieci lo rifiutano
MESTRE - Voglia di far bene saltami addosso e fammi lavorare meno che posso. Gli oltre dieci cittadini, quasi tutti stranieri, cui il Comune di Venezia ha offerto un lavoro nel...

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MESTRE - Voglia di far bene saltami addosso e fammi lavorare meno che posso. Gli oltre dieci cittadini, quasi tutti stranieri, cui il Comune di Venezia ha offerto un lavoro nel volontariato in cambio del Reddito di cittadinanza, forse non sanno a memoria l'antico detto popolare ma evidentemente ne conoscono il significato: quando gli addetti dell'Amministrazione del sindaco Luigi Brugnaro li hanno contattati per proporre loro un'occupazione, come previsto dalle norme, hanno risposto no grazie, piuttosto rinuncio all'assegno del Reddito di cittadinanza (Rdc). Oltre dieci persone su 3.515 percettori dell'aiuto registrati all'interno del Comune lagunare (di cui più della metà stranieri), non sono una grande cifra ma la percentuale dovrebbe essere zero dato che l'aiuto si dà in cambio di una contropartita, a meno che qualcuno di quei dieci non avesse problemi fisici ma in quel caso dovrebbe ricevere un altro tipo di sostegno e non il Reddito, che è stato pensato per aiutare le persone a inserirsi nella società. E questa decina almeno è stata trasparente perché ha rinunciato al Reddito pur di non dover lavorare.


Reddito di cittadinanza, le truffe


Il Comune di Venezia, infatti, da quando è iniziato il beneficio del Rdc, ha segnalato ben 261 percettori abusivi all'Inps e alla Procura della Repubblica perché prendevano i soldi senza averne il diritto. E 261 imbroglioni su 3.515 assistiti con l'assegno sono oltre il 7%. Per il resto i numeri dicono che sui 3.515 casi presi in carico dall'Amministrazione veneziana, 2.782 sono conclusi e 733 ancora in carico; 319 sono stati i Puc, ossia Progetti di utilità collettiva inviati alle direzioni delle aziende partecipate; 186 sono stati impiegati nei progetti. «Avremmo potuto coinvolgerne molti di più se lo Stato ci avesse inviato subito gli elenchi dei percettori di Reddito di cittadinanza (come prevede la legge), invece di mandarceli dopo due anni e mezzo dall'inizio della distribuzione dei soldi. - spiega l'assessore alla Coesione sociale e al Lavoro, Simone Venturini - Non appena abbiamo ricevuto gli elenchi, un anno fa, ci siamo posti subito la questione di provare a convocare in massa tutti i percettori del reddito con tre obiettivi principali: controllare se ne avessero i requisiti; avviare colloqui per capire in che situazioni vivessero e se dovessero essere seguiti maggiormente dai servizi sociali; infine avviarli ai Puc, i Progetti di utilità collettiva con i servizi sociali per un massimo di 8 ore settimanali». Quello di Venezia è uno dei primi comuni in Italia ad aver avviato i cantieri sociali o altri progetti su cui impiegare i percettori del reddito: durante il Covid hanno operato, assieme alla Protezione civile, agli accessi al Palaexpo (l'hub regionale a Marghera per le vaccinazioni e i tamponi che chiuderà tra un paio di mesi), fuori dell'ufficio Anagrafe, nella sorveglianza dei parchi e, come steward, negli accessi agli altri uffici pubblici.



«Quando abbiamo messo mano a questa norma abbiamo trovato un sacco di limiti: - continua Venturini - la misura così com'è, infatti, è imperfetta, manca tutta la parte dell'inclusione lavorativa e rischia di rivelarsi solo un'operazione assistenziale. Perciò contiamo molto sulle modifiche al voto, entro il 31 dicembre, nella legge di Bilancio». Le modifiche che dovrebbero essere introdotte prevedono, tra l'altro, che nel 2023 gli occupabili riceveranno il reddito per 7 mesi (mentre gli altri, compresi nuclei con minori, anziani o disabili, continueranno a riceverlo fino a fine anno attendendo una riforma complessiva); che il sussidio viene bloccato per chi, tra i 18 e i 29 anni, non ha completato la scuola dell'obbligo; che salti il principio dell'offerta congrua obbligando i percettori ad accettare qualsiasi lavoro a qualunque condizione; infine si prevede il reddito alimentare, un fondo sperimentale per le città metropolitane dedicato ai soggetti in condizioni di povertà assoluta.
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Il Gazzettino