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PORDENONE - Paolo (il nome è di fantasia perché la persona che ha scelto di portare la sua testimonianza ha chiesto di mantenere l'anonimato per ragioni professionali), ha 37 anni e due figli. È nato in Sardegna, ma da tanti anni vive in Friuli Venezia Giulia. Non ha una sede prescelta per il proprio lavoro: negli ultimi anni si è spostato praticamente ovunque, seguendo la scia delle consegne. Trieste, Pordenone, Udine, Gorizia. Ovunque. «Perché io possono anche mangiare pasta e aria, ma i miei figli no. Non lo permetterei mai».
IL PROFILO
Paolo, ma ormai si sarà capito, è un rider che opera in Friuli Venezia Giulia. Fa parte del cosiddetto gruppo degli italiani, che fa concorrenza - leale, normale - alla più folta rappresentanza di fattorini di origine straniera. Ma anche agli studenti. La storia del 37enne infatti è diversa. «Non faccio il rider per arrotondare - è la sua testimonianza lancinante -: io questo lavoro lo devo fare per sopravvivere. E senza lo stipendio di mia moglie non so nemmeno se riuscirei a sbarcare il lunario».
I MOMENTI DURI
Paolo lo dice apertamente, non si nasconde. «Perché non provo vergogna», spiega. «Il mio stipendio medio, nei periodi normali arriva a circa 160 euro a settimana. Ripeto, senza mia moglie non credo ce la farei». Ma non è nemmeno la paga, il problema più importante nella vita di Paolo. «È il lavoro ad essere a tratti tremendo - confessa -. Io sono di fatto sempre sulla strada, non ci sono grandi soste: con la pioggia, con la bora di Trieste, con il freddo di altre zone della regione che ho frequentato. Alla lunga non si resiste, ma devo farlo per i miei due figli. E le persone ci chiedono di essere sempre più veloci, di correre di più». Le persone di cui parla Paolo sono i clienti, abituati alla comodità della consegna a domicilio e sempre più pretenziosi. «Dobbiamo stare attenti, perché rischiamo ogni giorno di farci male davvero». Cosa che è capitata a Paolo tempo fa: «A dicembre del 2021 - racconta - c'era una pioggia incessante, il mio impermeabile non reggeva. In quel momento sono finito contro una macchina. Ho dovuto anche pagare i graffi che l'auto aveva riportato, oltre ai danni alla bici e al mio impermeabile».
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