Treviso. La guerra del condominio contro lo studio dei medici di famiglia: 300 pazienti al giorno per 7 ore. «Portano virus e batteri potenzialmente letali»

Il ricorso al tar dei condomini del "residence degli olivi" contro l'ambulatorio "Treviso verso Silea"

Treviso. La guerra del condominio contro lo studio dei medici di famiglia: 300 pazienti al giorno per 7 ore. «Portano virus e batteri potenzialmente letali»
TREVISO - C'è il passaggio di 300 pazienti al giorno, per quasi 7 ore «di continua circolazione di virus e batteri potenzialmente letali». E' questo il...

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TREVISO - C'è il passaggio di 300 pazienti al giorno, per quasi 7 ore «di continua circolazione di virus e batteri potenzialmente letali». E' questo il conto fatto nel ricorso al Tar, oltre a un esposto al ministero della Salute, che il condominio "Residence degli olivi" di viale IV Novembre ha presentato contro l'Usl della Marca e nei confronti di 4 medici di famiglia: Stefano Degregori, Marcello Dorigo, Luigi Erroi e Marina Zambon. Sono i dottori che operano negli ambulatori della medicina di gruppo "Treviso verso Silea" al primo piano della struttura. Sostanzialmente si punta a fare in modo che vengano trasferiti altrove. Da qui la richiesta all'Usl di dichiarare la decadenza del rapporto in convenzione.


IL PROBLEMA
Secondo i residenti, gli spazi dell'immobile di viale IV Novembre non consentono il rispetto dei requisiti igienico-sanitari per poter ospitare lo studio medico. A cominciare dalla mancanza di un ingresso indipendente. «Gli atri, le scale e gli ascensori non possono essere utilizzati dai condomini senza il pericolo di incrociare uno i più pazienti si mette in chiaro con costanti accalcamenti e impossibilità di rispettare il distanziamento sociale». Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) del condominio ancora nel maggio del 2022 aveva confezionato una relazione dettagliata. Da questa emerge che, dopo il cancelletto a sud-est del fabbricato, i pazienti devono percorrere 15 metri nella corte esterna, fino all'accesso della scala C, e poi usare le scale o l'ascensore "a uso comune" per raggiungere il primo piano. Per un totale di 45 metri e uno "stazionamento medio di un minuto, un minuto e mezzo all'interno degli spazi comuni".


SOVRAFFOLLAMENTO


In più, nel ricorso al Tar viene evidenziato come nel ballatoio che conduce all'ingresso degli studi medici si crei spesso un sovraffollamento di pazienti "per l'assenza di un'idonea sala d'attesa". «Considerato il numero di medici che esercitano l'attività nell'unità della scala C e il numero di pazienti assegnati a ciascun medico, variabile tra i 1.500 e i 1.800 si specifica nel ricorso ciò si traduce in un flusso quotidiano di circa 300 pazienti. Ossia oltre 400 minuti giornalieri di continua circolazione di virus e batteri potenzialmente letali». Dal canto proprio, l'Usl ha specificato che le richieste appaiono infondate. E si è costituita in giudizio: «I medici di medicina generale non creano disturbo. Quella del medico è un'attività pubblica che può stare anche all'interno di un condominio. Tra l'altro ormai si riceve per appuntamento». Ora la parola passa al tribunale amministrativo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino