Quei 46 milioni tra la Svizzera e Dubai. Arrestato l'imprenditore Vazzoler

Quei 46 milioni tra la Svizzera e Dubai. Arrestato l'imprenditore Vazzoler
I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Padova hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di...

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I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Padova hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti, nonché effettuato numerose perquisizioni sul territorio nazionale. I finanzieri hanno scoperto una associazione a delinquere transnazionale dedita al riciclaggio di oltre 46 milioni di euro tra la Svizzara e Dubai. 


IL FILONE JESOLANO
Nell'ambito dell'operazione sul riciclaggio ieri la Finanza ha arrestato l'imprenditore della new economy (nonché medico e dentista) Alberto Vazzoler - originario di San Donà - e perquisito l'attico a Jesolo sulle torri in piazza Drago.

CINQUE ARRESTI
I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo patavino nella giornata di ieri hanno eseguito, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata UANES, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti, emessa dal G.i.p. di Padova, nonché numerose perquisizioni nelle provincie di Padova, Venezia, Milano, Varese e Caltanissetta. Gli arrestati sono una cittadina italiana residente a Dubai, il veneto Alberto Vazzoler, formalmente residente nel Principato di Monaco, ma di fatto domiciliato a Padova, la sua compagna, un cittadino italiano residente a Lugano ed un cittadino svizzero, questi ultimi due già gravati da precedenti per riciclaggio e abusiva raccolta del risparmio.

Dal novembre 2015 al dicembre 2016 i soggetti avrebbero movimentato risorse finanziarie per oltre 46 milioni di euro, che - attraverso complicati movimenti bancari che interessavano numerosi paesi esteri (Slovacchia, Repubblica Ceca, Emirati Arabi Uniti e Svizzera) - venivano poi resi disponibili in favore dei “clienti” sotto forma di denaro contante, aggirando la normativa antiriciclaggio. A fronte delle operazioni svolte l’organizzazione tratteneva una percentuale dal 5 al 10% dell’importo messo a disposizione dei clienti bisognosi di contanti.


Contestualmente all’intervento sono in corso di esecuzione numerosi sequestri di beni immobili e immobili per circa 2,3 milioni di euro. Sono stati inoltre sequestrati, in applicazione della specifica normativa di matrice “antimafia” che prevede il cd “sequestro preventivo per sproporzione”, due appartamenti di pregio, una barca e due auto di lusso, del valore complessivo di oltre due milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino