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TRIBANO (PADOVA) - Boom di richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di discendenti di nativi del paese. E l'anagrafe va in tilt. Tanto che il sindaco lancia l'allarme e scrive al Prefetto. Da qualche tempo l'Ufficio Servizi demografici sta registrando un sensibile aumento delle richieste di trascrizioni di atti di stato civile, al fine di ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana per cittadini extracomunitari residenti in Sudamerica e discendenti di avi emigrati dall'Italia. «Allo stato attuale - spiega il sindaco Massimo Cavazzana - l'anagrafe ha in capo oltre centoventi atti da trascrivere, presentati a partire dal 2022, a cui faranno seguito le conseguenti richieste di iscrizione all'A.I.R.E. del Comune. La disponibilità dell'ufficiale di stato civile alle prestazioni di lavoro straordinario non retribuito ha consentito di evadere una parte delle pratiche. Paradossalmente la sua solerzia ha determinato un incremento delle domande e lo svolgimento di queste funzioni determina un costo di personale, che viene sottratto all'attività ordinaria degli uffici. Questa situazione sta pregiudicando il normale funzionamento dell'Ufficio, che fatica a rispettare le scadenze ordinarie, anche per la necessità indifferibile di dare risposte alle richieste dei cittadini che si presentano allo sportello dei Servizi demografici».
IL RETROSCENA
«Da un approfondimento emergerebbe che le richieste di cittadinanza italiana da parte soprattutto di sudamericani, avrebbero come finalità principale l'ottenimento di vantaggi per gli spostamenti in Europa e soprattutto negli Stati Uniti», precisa Cavazzana, secondo cui «questa problematica incide profondamente soprattutto negli uffici dei Comuni più piccoli, ove la limitata presenza di personale, gli impegni legati al PNRR e i vincoli normativi sulla gestione dei collaboratori non consentono di procedere ad assunzioni o di creare a bilancio fondi per le ore di prestazione lavorativa straordinaria».
Il Gazzettino