FRIULI (Udine e Gorizia) - Nuove rivelazioni e tante testimonianze sui tragici fatti che segnarono, nel 1945, la zona compresa tra le colline di Manzano, quelle di Oleis e...
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Stando alla popolazione di queste località, la gente da tempo era al corrente degli eccidi, delle uccisioni. Nessuno ne fa mistero e in tanti si chiedono perché se ne parla solo adesso. «In realtà - spiega Urizio - un’indagine era stata già avviata, in passato, e poi si è “fermata” nel 1995. Di recente abbiamo riportato all’attenzione di tutti un’informativa del periodo che parla di una fossa-foiba comune, in cui furono gettati tanti e tanti corpi. Ma ci sono altri documenti, a Bologna, che possono fare luce su quegli avvenimenti. Li andremo a prendere e li renderemo noti a tempo debito. Al momento non ne possiamo parlare più di tanto. Ma cerchiamo, con gli speleologi, i punti del territorio dove potrebbero trovarsi i corpi».
Ma quali sono? Il laghetto del Bosco Romagno, tra Cividale del Friuli, Prepotto e Corno di Rosazzo, sarebbe anomalo e potrebbe essere un punto di sepoltura. «Al tempo scavavano con pala e piccone - osserva Lesizza -; è verosimile, quindi, scegliessero appezzamenti di terra “morbida”, non rocciosa o dura». Tra i punti sospetti indicati ci sono anche la foiba di Gargaro, dove sarebbero stati gettati molti civili goriziani deportati; in una mappa sono indicate anche tre foibe nella zona di Tarnova, nell’attuale Slovenia; una a “Rupa Fredda” e una a “Kosernik”. Alcuni cacciatori della zona avrebbero indicato un altro punto e pure la zona di Rocca Bernarda potrebbe essere stata località scelta per il seppellimento. Ieri è stata “monitorata”, infine la località di Gramogliano, a Corno di Rosazzo, e anche quella di Novacuzzo, in comune di Prepotto. Sul caso indaga la Procura di Udine che ha delegato le indagini ai carabinieri della Compagnia di Palmanova. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino