Emergenza all'Istituto Riccati: cento studenti senza aule

Mancano aule per cento studenti nello storico istituto tecnico "Riccati" di Treviso
TREVISO - Ci sono oltre 100 studenti che a soli venti giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico sono ancora senza classe. Letteralmente. All’istituto tecnico...

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TREVISO - Ci sono oltre 100 studenti che a soli venti giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico sono ancora senza classe. Letteralmente. All’istituto tecnico economico Riccati mancano sette aule. La preside, Luisa Mattana, si è rivolta alla Provincia per individuare spazi aggiuntivi. Ma dal Sant’Artemio è arrivata una doccia gelata: «Non è stata individuata una soluzione -spiega Antonio Zonta, ingegnere dirigente del settore Edilizia scolastica dell’ente- ora tocca alla scuola trovarla. Le regole del gioco sono da sempre note a tutti: i dirigenti possono accettare nuove iscrizioni solo nei limiti degli spazi a disposizione». 

La Provincia, insomma, bacchetta il Riccati. Nelle ultime settimane, comunque, non è rimasta con le mani in mano. Dopo la richiesta di Mattana, il Sant’Artemio si è mosso bussando alle porte del seminario vescovile. «Abbiamo valutato la possibilità di usufruire di alcuni locali -rivela Zonta- questi, però, si sono rivelati inadeguati, in particolare sotto l’aspetto impiantistico. Una quarantina di anni fa ospitavano delle classi. Ma oggi le cose sono cambiate a livello normativo. E nessun dirigente si sognerebbe di autorizzare la sistemazione di una parte delle classi in ambienti non adeguati. La preside dovrà provare a estrarre il classico coniglio dal cilindro». Al momento non sono emerse altre disponibilità a Treviso. A venti giorni dal suono della prima campanella, fissato per l’11 settembre, ancora non si sa dove andranno i ragazzi. Tra le ipotesi c’era anche quella di recuperare spazio all’interno dello stesso Riccati trasformando i laboratori e pure le sale insegnanti in aule per gli studenti. La sede centrale è al tutto esaurito -è il punto fatto dalla preside- ci servirebbero sette aule in più. Ma alla fine basterebbe trovarne almeno cinque. Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità». L’istituto tecnico economico della città arriverà a contare quasi 1.300 iscritti. Un record. Perché una parte delle domande non è stata respinta? «Non è pensabile respingere le richieste di cento studenti -ha già spiegato Mattana- perché non avrebbero altre possibilità: oltre al Riccati, bisogna andare a Mestre, Conegliano o Montebelluna per trovare istituti tecnici economici». La speranza è che il Comune ci metta una pezza. Ca’ Sugana potrebbe aiutare l’istituto di piazza Vittoria a trovare le cinque aule, se non tutte e sette, che mancano all’appello. Magari anche nelle scuole elementari, che si stanno svuotando. Basti pensare che a settembre le primarie trevigiane conteranno 470 alunni in meno rispetto ad oggi. Con questi numeri potrebbe per la prima volta diventare effettivamente operativo il piano tratteggiato lo scorso anno da Stefano Marcon, presidente della Provincia, e Mario Conte, sindaco di Treviso, assieme all’ufficio scolastico provinciale. L’idea di fondo è di far traslocare parte dei ragazzi delle superiori nelle classi rimaste vuote alle elementari. Ma nemmeno questo è semplice. «Al momento è stato condiviso un indirizzo generale -dice Zonta- senza risvolti pratici immediati”. Devono essere soddisfatti diversi requisiti: i ragazzi delle superiori potrebbero far lezione in una parte dei plessi mezzi vuoti delle primarie solo se fisicamente divisi dagli alunni delle elementari e solo se la struttura permette la creazione di due ingressi autonomi e indipendenti. Mattana, tra l’altro, ha anche valutato la possibilità di individuare spazi nei plessi dell’istituto comprensivo Serena, che guida come dirigente reggente. L’esito, però, è stato negativo. L’emergenza oggi riguarda in particolare il Riccati. Le altre scuole superiori sono in linea con i numeri degli anni precedenti. A cominciare dal Duca degli Abruzzi, che nel tempo è costantemente cresciuto. «Siamo ancorati alla precedente localizzazione -spiega la preside Antonia Piva- ma quella degli spazi è una problematica ampia che riguarda l’intero comparto delle superiori trevigiane». Ciò non significa che al Duca non servirebbero locali in più. La Provincia di recente ha ottenuto un maxi-finanziamento da oltre 11 milioni per tirare a nuovo le scuole. Ma per ora a Treviso sono previsti soprattutto adeguamenti antisismici, ovviamente fondamentali, e non ampliamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino