Pazienti in coda per l'ultimo giorno del medico di base Szumski: «Avrei voluto continuare»

Riccardo Szumski
SANTA LUCIA DI PIAVE - «Cari pazienti, in 40 anni di lavoro ho cercato di dare tutto me stesso per essere il vostro medico di fiducia. Vi voglio ringraziare per la fiducia...

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SANTA LUCIA DI PIAVE - «Cari pazienti, in 40 anni di lavoro ho cercato di dare tutto me stesso per essere il vostro medico di fiducia. Vi voglio ringraziare per la fiducia vostra e per tutto quello che voi avete dato a me!! Vi vorrò sempre bene!! 01-03-1981 - 28-04-2022». Sono le parole che Riccardo Szumski, sindaco uscente, ma soprattutto medico di base di Santa Lucia di Piave ha scritto nel messaggio ai suoi assistiti nell’ultimo giorno di lavoro prima della pensione.

L'ULTIMO GIORNO

Amato dai suoi pazienti, e allo stesso tempo radiato dall’Ordine dei medici per le sue posizioni sul covid, un rapporto difficile, negli anni della pandemia, con l’Ulss 2, un nuovo popolo di malati che si sono rivolti a lui da ogni parte d’Italia, pasionario delle cure domiciliari e forte oppositore delle vaccinazioni di massa e del green pass. Ieri, decine di pazienti ad attenderlo fino in strada per “fare scorta” di ricette dei medicinali presi abitualmente, ma anche e soprattutto per salutarlo, ringraziarlo. «Io sarei per una proroga – dice una paziente – è un bravo medico, basta vedere tutta la gente che si presenta. Vuol dire che ha dato qualcosa». «Sono contenta per lui se lui è contento, finalmente è arrivato a questo traguardo – dice un’altra cittadina - Se lui vuole continuare ben venga, ma è giusto che prenda la sua pausa e viva la sua vita. Tanto contestato? Molti di noi hanno le loro opinioni, per me va bene quello che ha fatto». Lui di restare al lavoro un altro paio d’anni l’aveva chiesto, ma la sua istanza non è stata accolta.

DOPO 41 ANNI

E dopo 41 anni e due mesi, è arrivato anche l’ultimo giorno di ambulatorio. «Neanche mi sono accorto del passare di questo ultimo giorno, c’è stata un’affluenza incredibile, 6-7 ore di ambulatorio, tutti a salutarmi e fare rifornimento. Me ne renderò conto domani (oggi ndr), della pensione. Sarà dura rimettermi. Ho trascorso una vita così, non sono mai mancato alle 7.30 del mattino. In realtà, su appuntamento, domani (oggi ndr) qualcuno visiterò come da accordi presi nei giorni scorsi». «Io – continua – un altro paio d’anni avrei anche continuato, ho ancora forza ed energia, ma a 70 anni ci tagliano fuori. L’Ulss mi ha già avvisato che non posso più fare neanche una ricetta». Il “brutto” del mestiere, dice, è la burocrazia: «Qualche errore l’ho fatto anch’io, ma ho sempre cercato di dare il massimo, quindi non ho né rimorsi né rimpianti. In questi giorni i miei pazienti hanno fatto venire commuovere anche a me: lettere, poesie, nonni con le lacrime agli occhi». E poi il capitolo covid: «Tornando indietro rifarei le stesse cose, i fatti mi danno ragione. Ho cercato di curare la gente e dire quello che pensavo, com’è stata la mia vita. Ringrazio i miei pazienti, ho cercato di dare loro tutto, ma loro a me hanno dato tantissimo. Il mio numero? Sarà sempre aperto e resterà lo stesso». 

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Il Gazzettino