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PORDENONE - Si erano conosciuti in una chat d'incontri virtuali e, dopo un lungo scambio di messaggi, anche a sfondo sessuale, avevano deciso di incontrarsi. Tra i due lui - poco più che trentenni - le cose sono subito degenerate in un tentativo di estorsione. Un 35enne fiorentino aveva infatti chiesto all'amico della provincia di Pordenone un compenso per il mancato incontro omosessuale a pagamento. «Se non paghi - era stata la minaccia - svelo a tutti i tuoi amici su Facebook che sei un omosessuale». Un tentativo di estorsione costato al 35enne di Firenze un'imputazione per aver cercato di costringere la vittima a pagare una somma di denaro. Il processo si è esaurito ieri, nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin, con un patteggiamento. La pena concordata tra l'avvocato Paolo Dell'Agnolo e il procuratore Raffaele Tito è stata di 10 mesi e 1.500 euro di multa, con la concessione del beneficio della sospensione condizionale.
LA VICENDA
Il caso risale al febbraio 2017.
L'ACCUSA
Toni e contenuti della chat non lasciano dubbi. L'imputato ha effettivamente cercato di estorcere denaro minacciando di rendere pubbliche le tendenze sessuali della vittima. Il procuratore Tito ha configurato una tentata estorsione, ipotesi per la quale ieri è stato perfezionato il patteggiamento.
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