Fase 2, fra il 14 aprile e il 4 maggio pronte a riaprire 35mila imprese

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PADOVA - «Fase due». Lo scenario che fino a dieci giorni fa sembrava ancora una chimera, ora inizia a delinearsi all'orizzonte dell'economia padovana. Ne parlano sempre più spesso imprenditori, dipendenti e sindacati. Non tutti però potranno tornare a lavorare in tempi brevi, perché ci sono altre tre parole che terrorizzano il governo: «Contagio di ritorno». È attesa una graduale ripresa negli uffici e nelle fabbriche a partire da metà aprile, ma per negozianti, baristi e ristoratori la data è destinata a slittare un po' più in là. Sono 35 mila le imprese della provincia che potrebbero riaprire tra il 14 aprile, subito dopo Pasquetta, e lunedì 4 maggio. Parliamo di circa 150 mila lavoratori. 


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LO STUDIO
«Le stime sono queste - spiega Davide D'Onofrio, direttore di Confapi Padova - e i primi settori a rimettersi in moto dovrebbero essere il manifatturiero e l'edile. Parliamo principalmente di piccole imprese con mediamente tre addetti, anche se nel manifatturiero il numero spesso sale. Lo sforzo fatto fin qui rappresenta una via maestra per tutti i Paesi occidentali e ora è importante pensare alla seconda fase, ragionando come sistema. Bisogna che ripartano le intere filiere, senza disparità». 
Confapi, Confederazione italiana della piccola e media industria privata, conta sul centro studi Fabbrica che da anni fornisce dettagliate analisi sul mercato economico padovano. Ai dati si affianca il commento politico del presidente Carlo Valerio: «È importante che ripartano subito il settore manifatturiero e quello edile, ma credo che abbiano ampi margini anche quella parte di agricoltura che si era fermata e poi il campo dei trasporti legati sempre ai servizi di manifattura. Ci vorrà invece più tempo per il commercio e per la ristorazione. A ripartire per primi, infatti, saranno quei settori che potranno garantire la sicurezza dei propri dipendenti. Cosa non possibile per negozi e locali, dove i titolari non possono essere in grado di scongiurare ogni comportamento scorretto dei clienti. In ogni caso - conclude Valerio - è bene che riparta il prima possibile tutto il comparto che punta forte sull'export. Questo porterebbe soldi freschi dall'estero ad un Paese, come il nostro, che avrà già un grande problema di autofinanziamento». 
GLI ARTIGIANI
A premere per ripartire già da metà aprile ci sono molti artigiani, come sottolinea il presidente della Confartigianato padovana Roberto Boschetto: «Auspico una rapida ripartenza, seppur graduale. L'auspicio è per dopo Pasqua e sappiamo che Zaia attende indicazioni da Roma. Il rischio è comunque che manchi lavoro e che si riviva un periodo come quello del 2008. Molti nostri associati stanno già ricevendo richieste dai clienti per posticipare i pagamenti». 
Un settore in fibrillazione è quello dei costruttori edili, come raccontano con un appello congiunto il presidente dell'Ance Mauro Cazzaro e il gruppo Mengato: «Riapriamo i cantieri prima che i danni diventino irreversibili. All'80% parliamo di cantieri all'aperto e le nostre aziende sono sicure e sanificate. La Valigeria Roncato di Campodarsego dalla prossima settimana produrrà 20 mila mascherine al giorno e l'Ance è pronta a convenzionarsi per dotare ogni lavoratore di tutti i dispositivi». 
I COLTIVATORI

Da Roma e dalla Regione è arrivato nei giorni scorsi, intanto, il via libera ai manutentori del verde non solo per il settore pubblico ma anche per quello privato. «Le imprese agricole e florovivaistiche che si occupano di queste attività - evidenzia la Coldiretti - possono continuare a svolgere regolarmente il proprio lavoro. Insieme alla consegna a domicilio di piante e fiori resta l'unica possibilità di reddito che può svolgere un settore come il florovivaismo duramente colpito dall'emergenza sanitaria. Ci aspettiamo non solo la possibilità di indebitarsi ulteriormente ma pure importanti risarcimenti per il fermo imposto dalle ordinanze». Tutti attendono il fine settimana, quando un discorso del premier Conte dovrebbe far diventare l'orizzonte ancor più nitido. 
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino