​Lo scontro editore tv-Ulss. I giudici: «Servizi faziosi ma nessuna minaccia»

Lo scontro editore tv-Ulss
VICENZA- Certo, i servizi televisivi erano al più faziosi. E, certo, può suscitare perplessità il numero massivo di servizi ostili, circa 400 in 14 mesi,...

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VICENZA- Certo, i servizi televisivi erano al più faziosi. E, certo, può suscitare perplessità il numero massivo di servizi ostili, circa 400 in 14 mesi, ossia circa due al giorno. Senza contare un altro fatto certo e cioè che ci fosse una forte e aspra ostilità. Ma non c'è stata alcuna minaccia. E men che meno diffamazione da parte del patron televisivo Giovanni Jannacopulos nei confronti del direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza. Solo l'esercizio della libertà di stampa. Ecco perché il Tribunale del riesame di Vicenza ha revocato il divieto di esercitare l'attività di impresa attraverso le emittenti Rete Veneta e Antenna Tre, disposto lo scorso 11 ottobre dal gip Matteo Mantovani su richiesta del pm Serena Chimichi nei confronti di Jannacopulos. Le motivazioni del Tribunale sono state rese note ieri.


I FATTI
Difeso dagli avvocati Maurizio Paniz e Andrea Balbo, l'81enne Giovanni Jannacopulos è indagato per minaccia a pubblico ufficiale continuata nei confronti del dg dell'Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza. Lo scorso ottobre la Guardia di finanza di Bassano del Grappa aveva eseguito un'ordinanza cautelare vietandogli per un anno di esercitare l'attività di impresa di editoria: chiesta dalla Procura e concessa dal Tribunale di Vicenza, la misura era stata disposta nell'ambito delle indagini preliminari sulla presunta campagna denigratoria attuata ai danni di Bramezza, con l'obiettivo di indurlo a compiere atti contrari ai doveri di ufficio. Favori agli amici medici, pressioni sui legislatori e sugli amministratori regionali, condizionamenti dei servizi giornalistici: un inquietante intreccio fra sanità, politica, informazione. Ma il Tribunale del Riesame ha revocato il divieto di esercitare l'attività di impresa.

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Il Gazzettino