Residenti “intrappolati” in case e negozi dalle auto in coda per i tamponi

MESTRE - Code continue dalla mattina alla sera. In aria una puzza di smog che non fa respirare bene. La Cipressina, a Mestre, dalla vigilia di Natale è sotto assedio dei...

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MESTRE - Code continue dalla mattina alla sera. In aria una puzza di smog che non fa respirare bene. La Cipressina, a Mestre, dalla vigilia di Natale è sotto assedio dei veicoli diretti al punto tamponi, in modalità drive-through, dell’Ulss 3 Serenissima in piazzale San Lorenzo Giustiniani, a due passi dalla sede del Dipartimento di Prevenzione, punto di riferimento per la terraferma.


RESIDENTI ESASPERATI
Le richieste sono migliaia ogni giorno e i residenti si sentono in trappola. La scena è sempre quella: varchi d’accesso al quartiere, sul Terraglio e la Castellana, presidiati dai vigili urbani; file di macchine che intasano via San Damiano e via Santa Chiara senza soluzione di continuità; tempi di attesa lunghissimi; nervi a fior di pelle e proteste. «Il traffico comincia alle 6 e finisce a mezzanotte, sette giorni su sette. Il livello di inquinamento e disagio è altissimo, la misura è colma», denuncia Raffaella Felisatti a nome di un gruppo di residenti nella zona.
GLI ESERCENTI
Anche i negozianti non se la passano bene. «Con questo caos i clienti non riescono più ad arrivare e parcheggiare. Ogni giorno abbiamo una decina di disdette perché la gente, qui, non ci vuole più venire», racconta Stefano Badalin, proprietario dell’immobile che sotto i portici, di fronte alla chiesa, ospita il centro estetico e di benessere New Sun Mestre.
NUOVA ORDINANZA
Ieri è stata la prima giornata dell’ordinanza del comandante della Polizia locale Marco Agostini che ha stabilito di lasciare libera via San Damiano, dal Terraglio, per i residenti, gli studenti dell’istituto Farina delle suore Dorotee e chi accede alle attività commerciali, deviando tutti i richiedenti il tampone su via Santa Chiara, con entrata dalla rotonda della Castellana. In caso di necessità la coda diventa doppia. Soprattutto per il condominio che si affaccia sulla chiesa è un incubo. «Non è vero che i motori vengono spenti, è uno “stop and go” continuo – spiega Felisatti – Ci permettiamo di suggerire di spostare la postazione tamponi in altro luogo. Perché non la mettono a porto Marghera, in mezzo alle fabbriche abbandonate dove non disturberebbe nessuno? Oppure a San Giuliano, dove ci sono spazi e parcheggi». La situazione è complicata. «Gli incassi sono dimezzati – riprende Badalin – I clienti scappano, le dipendenti devono lasciare l’auto al parcheggio scambiatore sulla Castellana e farsela a piedi in mezzo agli scarichi dei tubi di scappamento. Mentre la gente in coda in macchina viene a chiederci di usare il bagno: ma ci rendiamo conto? Tanto vale chiudere due-tre mesi e tanti saluti, ci rivediamo a Pasqua».
PARROCO SULLE BARRICATE

Anche il parroco, don Sandro Manfrè, si lamenta per i disagi. La stessa canonica è ammorbata dalle code e il piazzale Giustiniani, dove c’è l’ingresso della chiesa intitolata al primo patriarca di Venezia, costruita per volontà di papa Giovanni XXIII come dono alla Diocesi di provenienza una volta eletto al Soglio pontificio, è un ingorgo continuo di chi arriva dalle varie direttrici. Più avanti, alle sbarre, sul piazzale dell’ex sede Telecom preso in affitto dall’azienda sanitaria, le guardie giurate controllano che chi accede abbia la ricetta medica. «Va così come vede», allarga le braccia una, indicando le macchine che si diramano nelle due linee, ciascuna verso una tensostruttura dove vengono effettuati i controlli. Fuori, la gente aspetta in piedi la chiamata con l’esito, mentre dagli altoparlanti sono chiamati i numeri. «L’attesa è anche di tre-quattro ore, vi pare possibile? – si domanda una donna – Immagino che anche per il quartiere tutto questo non sia un piacere. I disagi vanno avanti da giorni. Fino a quando?».

 

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Il Gazzettino