VAL DI ZOLDO - «Non riesco a mettermi in contatto con mio fratello, ho paura che gli sia successo qualcosa». Purtroppo era proprio così: Renzo Quaglia, classe...
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LA SCOPERTANon è stato facile ritrovare la casa di Quaglia. Quando i carabinieri della Compagnia di Belluno sono stati allertati dopo la chiamata del fratello, che era a Jesolo, hanno iniziato a cercare l'appartamento dove sui era sistemato Renzo. Di domenica non poteva essere un impresa facile. Che dietro la scomparsa del fotografo che non si era visto ieri a bordo pista potesse esserci una tragedia era nell'aria: l'uomo da un paio di giorni aveva detto alle persone che erano con lui in pista che non si sentiva bene.
I carabinieri sono riusciti a individuare in tempi record la Panda rossa dell'uomo, che era parcheggiata proprio di fronte casa. A quel punto hanno recuperato le chiavi, tramite l'agenzia immobiliare e quando sono entrati hanno fatto la terribile scoperta. Inutili i soccorsi del personale sanitario: Renzo Quaglia, 56 anni, era morto da ore, forse da giorni.
LE INDAGINII militari della Compagnia di Belluno, guidati dal tenente Giorgio Bergamo, hanno effettuato tutte le verifiche per escludere la responsabilità di terzi. Tutto era perfettamente in ordine e a togliere ogni dubbio è arrivato il referto del medico che ha parlato di emorragia cerebrale. A quel punto i carabinieri, in contatto con il sostituto procuratore di turno, hanno dato il via libera alla rimozione della salma che è nella cella mortuaria di Zoldo a disposizione dei famigliari. È evidente infatti che si è trattato di cause naturali. La morte del fotografo è arrivata in una giornata nera per Zoldo, in cui si sono registrati altri decessi di anziani, tra casa di riposo e abitazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino