Quel paesino dove accorrevano folle di indemoniati in cerca di pace

La preziosa reliquia con il sangue della Passione di Cristo a Clauzetto
CLAUZETTO (Pordenone) - «Molti anni fa, coloro che erano invasi dal Demonio, venivano accompagnati a piedi, fino a Clauzetto, per essere liberati. Raccontavano che il...

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CLAUZETTO (Pordenone) - «Molti anni fa, coloro che erano invasi dal Demonio, venivano accompagnati a piedi, fino a Clauzetto, per essere liberati. Raccontavano che il prete esorcista sudava assai per scacciare il demonio e gridava: “Santa fuori da quell’anima, da quel corpo!”. “Nooo!” rispondeva l’indemoniato. Il prete pregare e scongiurare a lungo, finché il Demonio non abbandonava il corpo di quel disgraziato».


Quella che riporta l'istituto di ricerca Achille Tellini è una delle tante storie che si tramandano nei secoli sul santuario di Clauzetto, un piccolo paese sulle montagne del Pordenonese che per tanto tempo è stato meta di veri e propri pellegrinaggi da parte di ci credeva di essere indemoniato e chiedeva un esorcismo.

La preziosa reliquia
Tutto è legato alla presenza, in questo grande santuario, di una preziosa reliquia del sangue della Passione di Cristo, custodita anche oggi nella chiesa parrocchiale di San Giacomo. È lì dal 1755. Oggetto di grande venerazione fin dai primi tempi, raccolse attorno a sé le popolazioni della Pieve, del Friuli e delle regioni vicine. Si tratta della reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù, portata da un uomo di Clauzetto dalla famiglia Cescutti che era servitore di un ambasciatore veneziano a Costantinopoli.

Quest’ultimo, alla sua morte, in segno di fedeltà e affetto, gliela donò e lui la portò nel suo paesino, a Clauzetto. La famiglia Cescutti la custodì per molto tempo come tesoro nascosto fino a che il pievano Giovanni Antonio Cavallutti, venuto a conoscenza della presenza della reliquia, convinse la famiglia a cederla alla Chiesa di San Giacomo. E così fu. 

Autenticata dal Patriarca di Venezia
La reliquia, un piccolo grumo di sangue racchiuso in una preziosa teca d'argento, fu autenticata con un apposito sigillo dal Patriarca di Venezia Alvise Foscari e, a partire dal 1757, fu istituita la Festa del Preziosissimo Sangue: «abbiamo accertato si tratta di una particella del Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo» si legge nella attestazione di autenticità del Patriarca di Venezia. 

Il Papa concede l’indulgenza plenaria
Il pontefice Clemente XIV concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, avessero visitato la chiesa di San Giacomo in occasione della ricorrenza della funzione, da cui l’origine del nome della celebrazione, fino a oggi: il Perdon, il perdono. Anche oggi si può ottenere l’indulgenza plenaria ogni prima domenica del mese nel giorno del Pardon Grande, che si celebra nella solennità dell’Ascensione, e del Pardon Piccolo, la prima domenica di luglio, e nei mesi di luglio e agosto.

Gli indemoniati
La reliquia richiamò fin da subito migliaia di fedeli, da quello che oggi è il Nordest dell’Italia e da oltre confine. Gli veniva attribuita efficacia taumaturgica e questo favorì pratiche di esorcismo verso gli indemoniati e gli “spiritati”. Tanto che il governo austriaco dovette proibire i pellegrinaggi di massa, che erano degenerati in superstizione.

Il rito di esorcismo 

Una volta all’anno, e non è leggenda, gli “spiritaz” accorrevano a Clauzetto durante la messa del Perdon: il rito consisteva nel bere un po’ di acqua che era stata benedetta la vigilia dell’Epifania, per scacciare il maligno dalle sue vittime. Fino alla prima metà del Novecento la reliquia del Sangue di Cristo richiamò folle di pellegrini. Poi la tradizione si è persa.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino