Le regole del parroco per matrimoni e funerali: cosa fare e cosa evitare

Le regole del parroco per matrimoni e funerali: cosa fare e cosa evitare
Le buone maniere, sempre preziose, lo sono ancor più in quei passaggi dell’esistenza, mesti o gioiosi, che comportano la partecipazione a una celebrazione liturgica. Ma i...

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Le buone maniere, sempre preziose, lo sono ancor più in quei passaggi dell’esistenza, mesti o gioiosi, che comportano la partecipazione a una celebrazione liturgica. Ma i comportamenti, a volte, non sono appropriati e così monsignor Adriano Caneva, parroco di Fagagna, nel bollettino distribuito alle famiglie, ha indicato il "Galateo in Chiesa" per funerali e matrimoni. «Da poco tempo osservo che le condotte tenute dalle persone che partecipano ai funerali stanno cambiando - spiega - Quando il feretro esce dalla chiesa il rito non è concluso perchè ci si deve recare in cimitero ma certe persone usano fermarsi anche per 20-30 minuti, costringendo a lunghe soste. Non è quello il momento per andare a presentarsi ai parenti del defunto». Monsignor Caneva, 82 anni, da pochi giorni segue anche i fedeli di Ciconicco e Villalta, data la diminuzione dei sacerdoti nella Forania. «Anche quella mezzora di tempo in attesa diventa preziosa per certi preti...» fa notare. Ancora un monito: perchè attendere l’arrivo della salma chiacchierando davanti alla chiesa anzichè raccogliersi in preghiera? Il consiglio pastorale di Fagagna già da alcuni anni ha fissato regole, elastiche, in tema di funerali. No a interventi celebrativi durante le esequie, le associazioni possono essere presenti con una rappresentanza e un labaro ed è consentito che si possa aggiungere nella preghiera dei fedeli una intenzione per il defunto. Era accaduto che qualcuno citasse esperienze negative in maniera inopportuna e rimaneva il problema dell’uguaglianza dei defunti. «Generalmente - scrive il sacerdote nel "Galateo" - sono tante le persone che partecipano ai funerali, specialmente se il defunto è un giovane o una persona in vista per ragioni sociali o economiche; per un anziano o un vecchio non c’è quasi nessuno».


Quanto ai matrimoni, oltre al fastidio dei fotografi improvvisati, il parroco fa altri appunti: «Quasi tutte le signorine e le signore si sentono in "dovere" di presentarsi con vestiti...che vestono poco...Io ho sempre sostenuto che la moralità non si misura con il metro, ma ci dovrebbe essere sempre il buon senso». E non funziona la regia dell’evento perchè gli sposi vengono attesi fuori dalla chiesa. «Pessima usanza» secondo il monsignore che rileva come in altri Paesi le abitudini siano diverse. «Nei film ho osservato che si vedono gli invitati tutti seduti che aspettano l’ingresso degli sposi mentre da noi entrano come dei poveretti con la chiesa vuota» fa notare. Questione non di idee ma di educazione, secondo il parroco, non uscire di chiesa all’inizio del rito trattenendosi all’esterno: «Una volta ho chiesto a uno di questi gruppetti: voi siete stati invitati solo al pranzo?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino