"Ricostruire la Regola per poter gestire anche le acque del lago"

La spiaggia del lago di Santa Croce
ALPAGO - «Diventare partecipi della gestione dei beni che furono delle Regole e non essere sudditi di chi ha occupato impropriamente i terreni». Graziano Tollot,...

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ALPAGO - «Diventare partecipi della gestione dei beni che furono delle Regole e non essere sudditi di chi ha occupato impropriamente i terreni». Graziano Tollot, presidente del neonato Comitato per la ricostituzione della Regola di Sitran-Farra, sintetizza così lo spirito dell’iniziativa che in questi mesi sta animando un gruppo di cittadini delle due realtà. L’atto costitutivo è stato depositato in Comune di Alpago il 30 settembre scorso, ed ora si entra nel vivo di un’operazione che ha mire ben precise. In particolare sul lago di Santa Croce che nel 1929 venne occupato dalla Società Idroelettrica Veneta Anonima, diventa poi Sade (quella del Vajont, per interderci) e oggi Enel, allagando i terreni dei regolieri senza che questi venissero indennizzati. 


LA RIFORMA NAPOLEONICA
Una manovra che fu possibile dopo la riforma napoleonica del 1795 quando tutti i beni collettivi passarono sotto la gestione dei Comuni. Una storia che si perde nei secoli, ma che oggi rialza la testa.
«Tutto è nato - spiega Tollot - da uno studio effettuato dall’architetto Lio Parcianello: in paese si diceva che quei terreni fossero stati venduti nel 1920 alla Società Idrolettica dall’allora sindaco. Parcianello è andato così a scavare negli archivi storici per capire se effettivamente fosse stato così, scoprendo tuttavia che era solo una diceria. Le cose andarono diversamente. Quei terreni, utilizzati per il sostentamento della popolazione locale, vennero semplicemente occupati. Sappiamo che i beni regolieri non sono né vendibili né usucapibili, quindi noi ci batteremo per avere la nostra parte nella gestione di questo e altri beni».
SUPERFICIE RADDOPPIATA
Sotto il lago, che oggi ha una superficie di circa 8 chilometri quadrati (raddoppiati rispetto all’originale), si troverebbero ampi appezzamenti di terreno regoliero. Di certo non sarà possibile riaverli, ma partecipare alla gestione del lago, senza dover chiedere permesso all’Enel anche solo per collocare una panchina, è tra gli obiettivi di quella che sarà la nuova Regola Sitran-Farra.
«Dalla parte nostra - spiega ancora il presidente del Comitato - abbiamo la legge 26 del 1996 della Regione Veneto che favorisce la ricostituzione delle Regole. Siamo certi di poter ottenere risultati, così come è stato per la Regola di Plois e Curago che, nata in anni recenti, è riuscita ad appropriarsi di terreni che erano finiti in mano alla Curia».

Prossimi passi saranno incontrare Flavio Lancelli, presidente della Consulta proprietà collettive del Veneto e la Regione Veneto.
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Il Gazzettino