Legge anti nepotismo in Regione Veneto: «Vietato assumere parenti»

Legge anti nepotismo in Regione Veneto: «Vietato assumere parenti»
Tecnicamente è il progetto di legge numero 258: «Disposizioni volte a promuovere la trasparenza nella individuazione del personale a supporto degli organi della...

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Tecnicamente è il progetto di legge numero 258: «Disposizioni volte a promuovere la trasparenza nella individuazione del personale a supporto degli organi della Regione». Fuor di burocratese, si tratta della proposta con cui un fronte politico trasversale punta a contrastare «il deprecabile fenomeno del nepotismo», impedendo a consiglieri e assessori regionali di assumere a Palazzo i propri congiunti. Il cammino del testo è cominciato ieri in commissione Affari Istituzionali, ma già promette scintille, visti i (non troppo) velati riferimenti del primo firmatario Andrea Zanoni (Partito Democratico).


 
UN SOLO ARTICOLO
Il progetto si compone di un solo articolo, così sintetizzabile: «Il personale assunto o incaricato a tempo determinato delle unità di supporto degli organi e dei gruppi consiliari (...) ed il personale assunto o incaricato a tempo determinato delle segreterie dei componenti della Giunta regionale (...) non è individuabile nell'ambito di parenti entro il terzo grado e di affini di primo grado del Presidente della Giunta regionale, dei Consiglieri regionali e dei componenti della Giunta regionale, ovvero con riferimento a membri di una convivenza o di unione civile di cui sono parte gli stessi». Traduce lo stesso Zanoni, intenzionato ad introdurre nella legislazione regionale le stesse disposizioni previste dalla normativa europea: «Dal 2009 il Parlamento europeo, con lo Statuto dei deputati, ha introdotto il divieto per i propri membri di assumere coniuge, partner stabile in unione di fatto, genitori, figli e fratelli o sorelle. Vogliamo che la Regione sia una casa con le pareti di vetro, come ama ripetere il presidente Zaia, quindi siamo certi che questo progetto di legge troverà consenso anche nella maggioranza». In parte ce l'ha già: anche l'assessore Elena Donazzan (Forza Italia) e la new entry Pietro Dalla Libera (Veneti Uniti) hanno infatti già sottoscritto la proposta, in aggiunta agli esponenti dell'opposizione Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo, Orietta Salemi, Francesca Zottis (Pd), Piero Ruzzante (Misto in quota Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle, Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel (Movimento 5 Stelle), Marino Zorzato (Area Popolare Veneto).

I CASI

Al termine della seduta Zanoni ha fatto diffondere un comunicato in cui, ribadendo in parte quanto scritto nella relazione di accompagnamento al progetto di legge, menziona alcuni casi riferiti all'Europarlamento: «Un'eurodeputata italiana sta restituendo la somma di 126mila euro derivante dalla retribuzione lorda della madre messa sotto contratto come collaboratrice nel 2009 e nel 2010; un ex deputato veneto a Bruxelles indagato per presunte irregolarità relative all'assunzione di moglie e genero come membri del suo staff e avrebbero mantenuto un rapporto di lavoro anche dopo il 2009, violando, almeno nel caso della consorte, le disposizioni previste dalla Ue». Questa volta il dem non fa nomi, ma li aveva già specificati nei mesi scorsi, alludendo rispettivamente a Lara Comi (Fi) e a Sergio Berlato (Fratelli d'Italia). Quest'ultimo finge di stare al gioco e restituisce la palla: «Se parlasse di me, lo querelerei. Ma siccome Zanoni non mi cita, devo ritenere che stia parlando di qualche altro ex europarlamentare veneto, ce ne sono così tanti... Del resto non posso essere io, che non sono mai stato indagato per una questione del genere, non avendo mai infranto le normative né comunitarie, né nazionali, né regionali, in nessun caso e per nessun motivo (in passato, relativamente alla consorte e al marito della figlia, entrambi in servizio a Bruxelles, Berlato aveva sempre dichiarato: «Tutto perfettamente in regola», ndr.). I miei due attuali collaboratori sono Matteo Lazzarin, vicesindaco di Este, e Mattia Veronese, vicesindaco di Noventa Vicentina, che non sono certo miei parenti. O al massimo lo sono alla lontana, in quanto siamo tutti figli di Eva...». L'esame del provvedimento continuerà nelle prossime settimane. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino