L’aveva detto il 12 maggio, nel bar del Laguna Palace a Mestre dove, a due settimane dalle elezioni, aveva presentato il primo capitolo del suo programma. «Voglio vendere...
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A dire il vero nella proposta di legge numero 22 intitolata "Modifiche alla Finanziaria 2011" manco una volta viene citato Palazzo Balbi. E nemmeno Palazzo Ferro Fini. Ma l’articolato è chiarissimo: la volontà è di inserire nell’elenco dei beni alienabili - quelli che appunto erano stati dettagliati con la Finanziaria 2011 - la sede della giunta e tutte le altre sedi, comprese quelle prese in affitto. Vendere, fare cassa e concentrare gli uffici della Regione in un unico posto: il Palazzo Grandi Stazioni che si trova tra piazzale Roma e la Ferrovia, ai piedi del ponte di Calatrava. Ecco cosa dice la proposta di legge firmata dal governatore con Nicola Finco (Lega) e Silvia Rizzotti (Lista Zaia): "L'accorpamento degli uffici regionali ed il riuso razionale degli spazi costituiscono azioni prioritarie. La Giunta regionale è autorizzata a disporre tutti gli atti e provvedimenti necessari al raggiungimento di tale obiettivo, anche mediante la dismissione di immobili di proprietà utilizzati ad uso istituzionale e la cessazione dei rapporti di locazione passiva in essere". E ancora: "Le dismissioni e cessazioni di cui al comma precedente sono finalizzate anche all'accorpamento dei locali ospitanti il Presidente della Regione del Veneto, la Giunta regionale con i suoi componenti, nonché gli uffici operativi dell'Amministrazione regionale, presso i compendi immobiliari di proprietà ubicati in prossimità della Stazione Ferroviaria di Venezia Santa Lucia".
Tradotto: vendita del Balbi e trasloco a Grandi Stazioni. Del resto, non c’è scritto da nessuna parte che la sede della giunta regionale debba essere affacciata sul Canal Grande; l’unico obbligo non derogabile è che la sede sia a Venezia.
Ma quanto potrebbe valere il palazzo che dal 1971 è la sede della Regione? L’idea di Zaia è di ricavarne almeno 30-40 milioni di euro, soldi che andrebbero a finanziare non solo interventi sul patrimonio immobiliare, ma anche trasporti, welfare e lavoro.
L’iter, dunque, inizia oggi. Ma il vero problema, una volta approvata la legge e aggiornato l’elenco dei beni alienabili, sarà trovare un acquirente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino