Fondi al sociale, scambi d'accuse e nuovi misteri. Visita della Finanza

Il consiglio regionale del Veneto
VENEZIA - Raramente, in cinque anni di legislatura, è capitato di assistere a una seduta del consiglio regionale del Veneto priva di pause o sospensioni. È successo ieri,...

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VENEZIA - Raramente, in cinque anni di legislatura, è capitato di assistere a una seduta del consiglio regionale del Veneto priva di pause o sospensioni. È successo ieri, nell’ultima seduta del quinquiennio: tre ore di dibattito ininterrotto, consiglieri presenti dalle 10.52 alle 13.55. Ma non è stato un finale da elogi: il sipario è calato sull’assemblea di Palazzo Ferro Fini con la consapevolezza che talvolta si sia operato con pochissima attenzione, tanto da non accorgersi dell’aggiunta, rivelata dal Gazzettino, di una virgola nel passaggio dalla legge alla delibera del Fondo di rotazione per il sociale che nel 2011 stanziava 50 milioni di euro, ampliando e stravolgendo il senso della norma. E arrivando probabilmente a sperperare, come pare avvenuto nel caso della discoteca di Nervesa della Battaglia comprata dalla cooperativa Ca’ della Robinia con i contributi della Regione, un bel po’ di soldi. La seduta straordinaria di ieri chiesta da 24 consiglieri per fare luce sui fondi alle coop si è conclusa senza alcuna votazione e con uno scambio incrociato di accuse: le minoranze a sostenere che la giunta e il governatore non potevano non sapere, il presidente Luca Zaia a insistere sul fatto che sulla vicenda c’è stata una "copartecipazione" con il consiglio, visto che è stata la commissione a «stravolgere» la delibera uscita da Palazzo Balbi. «Chi deve pagare, pagherà - ha detto Zaia - Se si accerterà che c’è stata frode si procederà al recupero dei soldi e chiederemo anche i danni. Chiunque sia la parte responsabile». Il governatore ha sostenuto che i livelli della vicenda sono tre: il ruolo della politica («Il provvedimento ha avuto il solo voto contrario di Pettenò, gli altri dell’opposizione devono spiegare non a me ma a qualcun altro perché si sono astenuti e non hanno votato no. Chi c’era ha condiviso»), dei dirigenti («Non mi si dica che non potevo non sapere, con 90mila dipendenti in sanità e 2700 in Regione il presidente non può mettersi a verificare cosa fanno tutto il giorno»), dei privati che hanno incassato i soldi. Zaia ha ribadito di aver spedito tutte le carte in Procura e alla Corte dei conti, con la precisazione che anche il verbale della seduta di ieri sarebbe stato trasmesso agli inquirenti: «Anche l’inquietante storia della virgola aggiunta dopo l’approvazione della legge e di cui nessuno si è accorto sarà segnalata alle autorità». I fascicoli sono già tre: uno in Procura a Venezia, uno a Treviso e uno a Padova. E l’altra sera, ha rivelato Zaia, a Palazzo Balbi si sono accorti che già nel 2013 la Finanza aveva chiesto informazioni sui fondi assegnati a cooperative nel trevigiano grazie al Fondo di rotazione: «Ma il dirigente dell’epoca non l’aveva detto a nessuno, l’abbiamo appreso riordinando le carte. Abbiamo trovato un disordine imbarazzante».


L’intervento del governatore è stato criticato dalle opposizioni. «Evasivo e nervoso», ha detto Diego Bottacin, primo firmatario della richiesta del consiglio straordinario che in apertura aveva denunciato la «sconcezza politica». «Chiudiamo il consiglio nel peggiore dei modi», ha rincarato Antonino Pipitone (Idv). «Zaia si limita a fare il notaio e ad inviare il tutto alla magistratura, cercando di nascondere la sua evidente responsabilità politica su questo autentico disastro nell’uso di risorse pubbliche», hanno detto Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo e Sergio Reolon del Pd. «Il dolo è evidente, in commissione è stato stravolto lo spirito della legge: la norma votata non prevedeva fondi per gli acquisti di immobili, l’ha reso possibile la virgola in più», ha detto Pietrangelo Pettenò (Sinistra). Leonardo Padrin, chiamato in causa in quanto presidente della quinta commissione, ha difeso l’operato dell’organismo: «I lavoro sono stati chiari e trasparenti. Spettava e spetta alla Regione verificare le procedure». Federico Caner, capogruppo della Lega, ha definito «inopportuna» la seduta del consiglio perché «in pura campagna elettorale». E l’assessore al Sociale Davide Bendinelli, che ha preso il posto dell’ideatore del Fondo di rotazione Remo Sernagiotto: «Il pregiudizio uccide più della sentenza. Ma faremo chiarezza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino