VENEZIA - Raramente, in cinque anni di legislatura, è capitato di assistere a una seduta del consiglio regionale del Veneto priva di pause o sospensioni. È successo ieri,...
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L’intervento del governatore è stato criticato dalle opposizioni. «Evasivo e nervoso», ha detto Diego Bottacin, primo firmatario della richiesta del consiglio straordinario che in apertura aveva denunciato la «sconcezza politica». «Chiudiamo il consiglio nel peggiore dei modi», ha rincarato Antonino Pipitone (Idv). «Zaia si limita a fare il notaio e ad inviare il tutto alla magistratura, cercando di nascondere la sua evidente responsabilità politica su questo autentico disastro nell’uso di risorse pubbliche», hanno detto Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo e Sergio Reolon del Pd. «Il dolo è evidente, in commissione è stato stravolto lo spirito della legge: la norma votata non prevedeva fondi per gli acquisti di immobili, l’ha reso possibile la virgola in più», ha detto Pietrangelo Pettenò (Sinistra). Leonardo Padrin, chiamato in causa in quanto presidente della quinta commissione, ha difeso l’operato dell’organismo: «I lavoro sono stati chiari e trasparenti. Spettava e spetta alla Regione verificare le procedure». Federico Caner, capogruppo della Lega, ha definito «inopportuna» la seduta del consiglio perché «in pura campagna elettorale». E l’assessore al Sociale Davide Bendinelli, che ha preso il posto dell’ideatore del Fondo di rotazione Remo Sernagiotto: «Il pregiudizio uccide più della sentenza. Ma faremo chiarezza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino