VENEZIA - Il capo può permettersi dolce e caffè. Il dipendente no. Anche se stanno seduti allo stesso tavolo e anche se i soldi per pagare il conto saltano fuori dalla stessa...
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Dicono, nei palazzi della Regione Veneto, che sia sempre stato così. Solo che la "norma" è stata nuovamente ribadita dopo che è entrata in vigore la nuova articolazione organizzativa della giunta regionale, quella ha abolito le segreterie e fatto nascere le aree e i dipartimenti.
Con la nuova struttura, a Palazzo Balbi è stato ritenuto «necessario adeguare le previsioni che disciplinano lo svolgimento delle missioni da parte del personale della Giunta regionale, uniformandole alla nuova articolazione organizzativa». Di qui l’approvazione di una delibera, la numero 237 dell’11 marzo scorso, pubblicata ieri sul Bur, con le disposizioni sulle missioni.
Dentro si trova di tutto: a chi va chiesta l’autorizzazione, quali servizi e quali mezzi di trasporto possono essere usati in trasferta, quando e come sono possibili i rimborsi. A partire dai pasti. Posto che "le spese sostenute per ogni pasto devono essere documentate da fattura o ricevuta fiscale rilasciata da esercizio commerciale abilitato all'attività di ristoro e/o alberghiera", la delibera dettaglia il limite massimo rimborsabile.
Se si tratta di un unico pasto il dipendente semplice può spendere fino a 22,26 euro. Il dirigente può arrivare a 30,55 euro. Se i pasti sono due, pranzo e cena nel caso di trasferte di almeno 12 ore, si sfiora il raddoppio: per il dipendente 44,26 euro, per il dirigente 61,10. Sono quegli 8 euro a pasto a fare la differenza. E non è dolcetto o scherzetto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino