Referendum autonomia, Zaia: «Roma si muova o salterà la data»

La bandiera regalata da Zaia alle suore di Villa Salus
VENEZIA - Se lo Stato non fa quanto è di sua competenza, il referendum per l’autonomia del Veneto potrebbe anche non svolgersi». Il presidente della Regione...

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VENEZIA - Se lo Stato non fa quanto è di sua competenza, il referendum per l’autonomia del Veneto potrebbe anche non svolgersi». Il presidente della Regione Luca Zaia invita il ministro dell’Interno Marco Minniti a «garantire gli adempimenti indispensabili dello Stato» per permettere il voto. In una lettera inviata al titolare del Viminale, il governatore esprime la preoccupazione per il rischio di una mancata collaborazione da parte del governo, anche alla luce del fatto che «le richieste, dalla prima formale del 13 giugno scorso, non abbiano ricevuto alcuna risposta». «In assenza di un’intesa con il ministero e con le Prefetture del Veneto – scrive Zaia – la Regione sta provvedendo a organizzarsi autonomamente per gli aspetti rientranti nella sfera di propria competenza, ma devono anche essere attuate alcune attività rientranti nell’esclusiva sfera di competenza statale». Tra queste ci sono la revisione delle liste elettorali; la comunicazione del numero delle sezioni, dei seggi speciali, del numero degli elettori e di quelli residenti all’estero; l’autorizzazione all’utilizzo della tessera elettorale e del materiale di proprietà dello Stato necessario per il regolare svolgimento delle operazioni di seggio; l’emanazione di disposizioni ai Prefetti per la tutela dell’ordine pubblico e della custodia delle schede durante le operazioni di voto e lo scrutinio.


Zaia, che chiede a Minniti un riscontro entro fine mese, ieri è tornato anche sul rapporto tra referendum per l’autonomia del Veneto e referendum per la separazione amministrativa di Venezia e Mestre. Non è un mistero che preferirebbe il voto in due date separate, ma ha chiesto chiarimenti all’Avvocatura civica e se emergerà che tenere distinte le due consultazioni significa provocare un danno erariale, con un altro milione da spendere oltre ai 14 già stanziati, deciderà per l’election day il 22 ottobre. «Il referendum sull’autonomia meriterebbe di stare pulito, intonso, da solo, anche perché si tratta di una chiamata alle urne importante per tutto il popolo veneto», ha detto ieri Zaia, a margine della visita all’ospedale Villa Salus di Mestre dove si è reso protagonista di un simpatico siparietto: al momento di salutare le 14 suore della congregazione delle Mantellate, proprietaria della clinica, ha regalato loro una bandiera del Veneto sottolineando che «è istituzionale perché ha sventolato fuori dal Palazzo e adesso la dovete esporre voi e tenerne conto in vista del 22 ottobre».

Se ci fosse l’election day, il termine ultimo per firmare il decreto di indizione sarebbe 45 giorni prima, vale a dire il 7 settembre. “Le angherie che Roma fa a noi, noi non le facciamo agli altri, tant’è vero che ho accettato che il referendum di Belluno sia dentro il nostro – ha detto Zaia – Questo di Venezia certamente lo convoco, ma prima aspetto che i legali mi chiariscano l’opportunità di votare in una data o in un’altra”. E a chi gli ricorda che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, già pronto al ricorso al Tar, cita un parere dell’Avvocatura regionale contraria alla consultazione, ha ribattuto secco: «Non l’ho mai visto». Per poi aggiungere sornione: «I rapporti con Brugnaro? Ottimi, ci siamo sentiti anche ieri. Ha suggerito di votare sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello del Pd e non Alberto Semenzato della Lega? Beh… lui abita a Mogliano e non a Mirano». Dopo Mestre, Zaia si è spostato a Mira dove assieme al Carroccio ha lanciato la campagna per il “Sì” del 22 ottobre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino