Unioni, i Comuni ribelli trattano un armistizio con la Regione

Unioni, i Comuni ribelli trattano un armistizio con la Regione
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 TRIESTE - «Quanto va proponendo la presidente Serracchiani con l’assessore Panontin non è altro, in sostanza, delle nostre idee manifestate ancora all’adunata d Pagnacco. Noi siamo per condividere un impegno prima dell’udienza del Tar e quindi prima del 26 maggio. Con una dilazione apprezzabile della messa a fattore comune delle funzioni istituzionali. A prescindere». La sortita di Pietro Mauro Zanin, sindaco di Talmassons e leader dei Comuni ribellatisi alla riforma delle Unioni territoriali, ostenta disponibilità a negoziare una via d’uscita dalle secche in cui si trova attualmente la Regione. Col Gazzettino fa una sintesi: «Va bene partire soltanto con tre funzioni più facili da gestire - spiega - e va bene anche che siano i singoli Comuni a stabilire cosa delegare all’Unione, cosa affidare al sub-ambito territoriale e cosa tenersi per sé, in base al principio di adeguatezza».


Ai ribelli va bene anche che «siano fissati parametri come il reddito medio, la montanità o altre peculiarità socio-economiche», però - perché c’è sempre un però - servono altre due condizioni», mette le mani avanti Zanin. E cioè «la cancellazione anche per il 2016 di qualsiasi tipo di penalizzazione per i Comuni che non hanno aderito alle Unioni e una dilazione semestrale del termine del primo luglio per le prime funzioni condivise». In realtà i ribelli puntano a «cambiare la legge prima di arrivare il 26 maggio davanti al Tar», ma sono perfettamente coscienti che Mamma Regione da quell’orecchio non sente troppo bene. In ogni caso «la presidente Serracchiani smetta di addossare colpe a Panontin - attacca il sindaco di Talmassons - come se l’assessore avesse tutte le colpe del mondo, mentre le aperture e le buone novità verrebbero tutte da lei. Sappiamo bene che la verità è altra».


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Il Gazzettino