PADOVA - Elegante (magari il pantalone un po' più corto, ma vabbè). Affabile (e per essere un docente universitario è già inusuale). Ottimista:...
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LA COALIZIONE
Prima scelto, poi a rischio di essere scaricato per assenza prolungata di intervento (due mesi di Covid in cui, a parte un'incursione sui topi cinesi di Zaia, non è mai stato avvistato), infine ripreso nonostante una clamorosa gaffe («Crisanti? Se si candida gli lascio il posto»), a tre mesi dal voto Arturo Lorenzoni è riuscito a mettere tutti assieme e solo i maligni potrebbero insinuare che non c'erano alternative. Ecco allora il Partito Democratico di Alessandro Bisato, la formazione civica Veneto Che Vogliamo di Elena Ostanel (al cui interno ci sarà anche LeU Articolo Uno), i Verdi di Luana Zanella, +Europa di Annamaria Zanetti, la Rete Civica Veneta di Carlo Casagrande, il Centro Democratico di Fabio Amato, il movimento politico paneuropeo Volt presente in 32 Paesi di Alessandro Pace, pure Sanca Veneta di Matteo Visonà («Perché l'autonomia è un tema di sinistra, altro che destra»), tutti assieme ieri mattina al Musme, il Museo di storia della medicina, in centro a Padova, per lanciare la candidatura di Lorenzoni alla presidenza della Regione. All'appello, benché calorosamente salutati dal Prof, mancavano la pasionaria dell'autonomia Simonetta Rubinato (che aspetta la firma di un documento in cui si riconoscono i temi che da anni sta portando avanti) e i calendiani di Azione. «Il nostro non è un perimetro chiuso, la porta rimane aperta anche ai renziani del Veneto», ha detto Lorenzoni più o meno negli stessi istanti in cui, da Roma, l'Ansa batteva la seguente agenzia: Italia Viva correrà alle prossime regionali di settembre in tutte e sei le regioni. Così finalmente conteranno i voti e non i sondaggi (e la papabile in Veneto è la veronese Orietta Salemi).
LA SQUADRA
Tant'è, in un'ora e mezza di presentazione della coalizione l'unica a pronunciare il nome di Zaia è stata Annamaria Zanetti (che peraltro pare ben lo conosca, essendo stata all'ufficio stampa di Palazzo Balbi: «Bisogna costruire un'alternativa a questo regime»), mentre Casagrande ha attaccato le conferenze stampa quotidiane del governatore («Ha sfruttato il periodo Covid per farsi campagna elettorale ogni giorno a mezzogiorno e mezzo strumentalizzando chi ha sofferto e raccontando come giocare a biglie con i cugini di terzo grado»). Senza manifesti, senza big (tranne, in platea, il presidente del Pd Giovanni Tonella e l'ex deputata dem Vanessa Camani e Marco Carrai di Vcv), senza scenografie, con neanche una quarantina di persone opportunamente distanziate, Lorenzoni ha raccontato in diretta social il suo obiettivo: «Non abbiamo un progetto elettorale ma di governo della Regione, non semplicemente di gestione». E non da solo: «Siamo una squadra». La partita, come direbbe Zaia, è appena iniziata.
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Il Gazzettino