L'Egitto esprime a Gentiloni «irritazione per l'orientamento politico che l'Italia sta assumendo trattando il dossier». Ma evita lo strappo e non richiama...
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Se Shoukry ribadisce la volontà egiziana di non lasciare intentata alcuna pista e raggiungere la verità fornendo la massima collaborazione possibile, Gentiloni conferma di aspettarsi risposte positive, rapide, e concrete. La collaborazione ancora non si estende, per ammissione del procuratore generale aggiunto del Cairo Mostafa Soliman rientrato nella notte da Roma, ai tabulati telefonici di cittadini egiziani richiesti dagli inquirenti italiani. La sottovalutazione della determinazione italiana è evidente pure nell'intervista dell'ex viceministro degli Esteri, Hussein Haridy, all'emittente Tv Al Ghad: «Richiamare in patria un ambasciatore non vuol dire rompere le relazioni diplomatiche, né che i legami bilaterali stiano per deteriorarsi o essere congelati. L'Italia intende mantenere i suoi legami storici con l'Egitto. L'ambasciatore Massari tornerà al Cairo nel giro di pochi giorni».
Massari rientra oggi in Italia e il “recinto” delle possibili misure è stato definito ieri da Gentiloni che annuncia nuovi passi: «Ricordo sempre gli aggettivi che ho usato in Parlamento: misure immediate e proporzionali. Ci lavoreremo nei prossimi giorni». Il ministro ribadisce che l'omicidio Regeni «riguarda la dignità nazionale, non solo le sorti tragiche di un nostro concittadino, l'impegno preso in Parlamento andava mantenuto».
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Il Gazzettino