Il Triveneto vuole riprovarci: ecco il progetto "macro regione"

Ivone Cacciavillani
PADOVA - Al via l'iter che potrebbe portare al referendum sulla macro regione triveneta. A presentare l'iniziativa ieri a Limena (Padova) sono stati i «padri...

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PADOVA - Al via l'iter che potrebbe portare al referendum sulla macro regione triveneta. A presentare l'iniziativa ieri a Limena (Padova) sono stati i «padri nobili» del comitato promotore del progetto. Progetto che prevede la nascita di una nuova entità regionale di cui farebbero parte Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Altro Adige.


Al tavolo dei relatori si sono ritrovati il noto avvocato Ivone Cacciavillani (nella foto), il sociologo Ulderico Bernardi, l'economista Ferruccio Bresolin e l'editore Ermanno Chasen. «Per raggiungere questo obiettivo - ha spiegato Cacciavillani - è necessario che la regione proponente, ovvero il Veneto, nel giro di 90 giorni, attraverso il voto dei consigli comunali, presenti una richiesta di consultazione che deve essere rappresentativa di almeno un terzo della popolazione, ovvero 2 milioni e mezzo di persone». «Quindi ad esprimersi dovrà essere la Corte di Cassazione.(((rodighieroa))) Se il parere sarà positivo, potrà essere organizzato un referendum consultivo che verrà esteso a tutte e tre le regioni. Questo iter è previsto dal comma 1 dell'articolo 132 della Costituzione e per questo siamo determinatissimi nel portare avanti questo progetto» ha aggiunto il noto legale. «La macro regione potrà contare su pilastri fondamentali come la cultura, l'ambiente e in particolare la montagna, il turismo, le infrastrutture, il mercato del lavoro, il welfare e la sanità - ha detto invece Bresolin - Non dobbiamo poi dimenticare che questa realtà rappresenta il 12 per cento della popolazione italiana, il 13,7 per cento del Pil, il 18,6 per cento dell'export, e il 38,4 per cento delle presenze turistiche».


Bernardi ha insistito poi sulla necessità di trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. «La grande sfida di questo progetto - ha concluso Chasen - sarà quella di stare assieme nelle diversità, valorizzando quelle specificità che in passato hanno fatto grande tutto territorio governato dalla Serenissima». Tra le difficoltà che potrebbe incontrare questa iniziativa c'è una circostanza non di poco conto: due regioni (Trentino e Friuli) su tre possono contare su uno statuto speciale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino