Referendum, Zaia "fulmina" Renzi «Si farà, e non per "concessione"»

Matteo Renzi e Luca Zaia
VENEZIA - «Se oggi abbiamo la certezza che il referendum per l'autonomia del Veneto si farà, non è per una gentile concessione del Governo, ma...

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VENEZIA - «Se oggi abbiamo la certezza che il referendum per l'autonomia del Veneto si farà, non è per una gentile concessione del Governo, ma perché la nostra legge del 2014, nonostante sia stata impugnata dal Governo Renzi, ha avuto il benestare della Corte Costituzionale». Lo ha rilevarlo il presidente del Veneto, Luca Zaia, rispondendo così alle dichiarazioni sul tema dell'autonomia del Veneto espresse nei giorni scorsi dal premier Renzi.


«Le sue parole - ha detto Zaia - sono state un'improvvida uscita, che ha avuto l'unico effetto di accelerare la voglia dei Veneti di andare all'autonomia. Abbiamo le idee ben chiare e la trattativa procede su due binari ben distinti. Il primo è quello del quesito, che già abbiamo, ma che chiederemo al Governo di ampliare. Al riguardo, attendiamo una lettera ufficiale da Palazzo Chigi, visto che sembra che la scelta di comunicazione fatta dal Governo sia quella della "Gazzetta dello Sport"e non quella della Gazzetta ufficiale. Se, comunque, ci diranno di no, faremo in ogni caso il referendum col quesito approvato dalla Corte».

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L'altro «binario», ha spiegato Zaia, è quello del negoziato sulla base dell'articolo 116, che però «non è un punto d'arrivo. Ci siamo già mossi al riguardo e abbiamo presentato una buona piattaforma contrattuale. L'interlocuzione con gli esponenti del Governo è buona e contiamo di portare a casa nuove competenze, che siano efficaci, non concorrenti e in grado di cambiare veramente la vita al cittadino. Al riguardo, scriverò una lettera a tutti gli stakeholders del Veneto, per raccogliere idee sulle competenze che ritengono utile siano affidate alla Regione. C'è in ogni caso la spada di Damocle del referendum costituzionale voluto da Renzi, che stritola le competenze delle Regioni, che passerebbero da 19 a 6: cosa che non accettiamo, visto che quel che gestiamo noi sul territorio, come la sanità, è un'eccellenza, mentre non mi sembra che lo sia quel che, come la pubblica istruzione, viene gestito qui da Roma». Zaia ha poi confermato, per il referendum, la richiesta dell'election day, «che consentirebbe un risparmio di 14 milioni di euro e sarebbe un vero esercizio di democrazia, perché questo non è il referendum della Lega, ma del popolo e dei Veneti. E i 25 Comuni che chiedono la secessione sono il segno del malessere derivante dalla mancanza di autonomia in Veneto».
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Il Gazzettino