VENEZIA - «Se oggi abbiamo la certezza che il referendum per l'autonomia del Veneto si farà, non è per una gentile concessione del Governo, ma...
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«Le sue parole - ha detto Zaia - sono state un'improvvida uscita, che ha avuto l'unico effetto di accelerare la voglia dei Veneti di andare all'autonomia. Abbiamo le idee ben chiare e la trattativa procede su due binari ben distinti. Il primo è quello del quesito, che già abbiamo, ma che chiederemo al Governo di ampliare. Al riguardo, attendiamo una lettera ufficiale da Palazzo Chigi, visto che sembra che la scelta di comunicazione fatta dal Governo sia quella della "Gazzetta dello Sport"e non quella della Gazzetta ufficiale. Se, comunque, ci diranno di no, faremo in ogni caso il referendum col quesito approvato dalla Corte».
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L'altro «binario», ha spiegato Zaia, è quello del negoziato sulla base dell'articolo 116, che però «non è un punto d'arrivo. Ci siamo già mossi al riguardo e abbiamo presentato una buona piattaforma contrattuale. L'interlocuzione con gli esponenti del Governo è buona e contiamo di portare a casa nuove competenze, che siano efficaci, non concorrenti e in grado di cambiare veramente la vita al cittadino. Al riguardo, scriverò una lettera a tutti gli stakeholders del Veneto, per raccogliere idee sulle competenze che ritengono utile siano affidate alla Regione. C'è in ogni caso la spada di Damocle del referendum costituzionale voluto da Renzi, che stritola le competenze delle Regioni, che passerebbero da 19 a 6: cosa che non accettiamo, visto che quel che gestiamo noi sul territorio, come la sanità, è un'eccellenza, mentre non mi sembra che lo sia quel che, come la pubblica istruzione, viene gestito qui da Roma».
Il Gazzettino