Vittorio Miotto, reduce della Seconda Guerra Mondiale. Affrontò la ritirata dalla Russia

Vittorio Miotto, reduce della Seconda Guerra Mondiale. Affrontò la ritirata dalla Russia
ROVOLON (PADOVA) - Ha tagliato il traguardo dei 100 anni, ma Vittorio Miotto vanta anche un altro importate primato: non solo è il primo centenario di Rovolon , ma per il...

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ROVOLON (PADOVA) - Ha tagliato il traguardo dei 100 anni, ma Vittorio Miotto vanta anche un altro importate primato: non solo è il primo centenario di Rovolon , ma per il territorio è anche l'ultimo reduce della Seconda Guerra Mondiale che ancora oggi può raccontare i difficili momenti vissuti durante il secondo confitto mondiale. E' lui, socio onorario della sezione locale Combattenti e Reduci, che non manca mai di presenziare alle cerimonie ufficiali in ricordo dei caduti delle guerre, sempre pronto a raccontare ai ragazzi della scuola media come ha affrontato la campagna di Russia e la dura ritirata iniziata nel dicembre del 1942, da cui non tornarono più a casa 100 mila soldati italiani. Miotto, nato il 10 gennaio del 1920, all'epoca era poco più che vent'enne e riuscì a tornata a casa, nel vicentino, per poi trasferirsi a vivere a Bastia dove assieme alla moglie aprì un negozio di abbigliamento. La nascita dei figli, l'impegno nel lavoro e per la famiglia, senza mai dimenticare i lunghi mesi passati in guerra. 


Ieri mattina in municipio l'incontro con il sindaco Maria Elena Sinigaglia e gli amici dell'associazione Combattenti e Reduci, presieduta da Rino Fiocco, che hanno voluto sottolineare l'importante compleanno. «Siamo orgogliosi di avere fra i nostri concittadini Vittorio Miotto - ha detto Singaglia -, reduce di guerra che si è sempre messo a disposizione per raccontare ai nostri ragazzi quanto vissuto durante il secondo conflitto mondiale». «È il presidente onorario della nostra dell'associazione - ha detto Rino Fiocco -, per noi Miotto è un importante punto di riferimento, la sua memoria limpida sui ricordi degli avvenimenti vissuti quando era poco più che ventenne sono un importante patrimonio storico e di vita che Vittorio è sempre pronto a condividere con i giovani. Anche oggi (ieri, ndr) mi ha consegnato una lettera per i ragazzi, ma sono certo che alla prima occasione sarà lui a leggerla». 
Ba.T.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino