Vandali al Redentore. Il prefetto: «Ci sono telecamere ovunque questa è una delle città più sorvegliate»

Vittorio Zappalorto
VENEZIA - Succede, a volte, che il risveglio per Venezia sia brusco come quello di ieri mattina con vandalismi diffusi e lo sfregio che fa più male come quello alla chiesa...

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VENEZIA - Succede, a volte, che il risveglio per Venezia sia brusco come quello di ieri mattina con vandalismi diffusi e lo sfregio che fa più male come quello alla chiesa del Redentore. E il pensiero corre subito agli imbrattamenti fatti sui Leoncini a fianco della Basilica di San Marco, in quella occasione tra l'altro in pieno giorno. Simboli, allora come ieri, di una città fragile che spesso viene scambiata per un parco divertimenti a cielo aperto. Parole e sensazioni che si sono rincorse anche sui social nel corso di tutta la giornata di ieri, con in più gli interrogativi su quella strana formula apparsa alla base della chiesa palladiana.


L'arma che Venezia ha schierato è quella che in diritto verrebbe definita ex post, cioè dopo.
L'arma sono le telecamere di sicurezza.


«Venezia - dice il prefetto Vittorio Zappalorto - è una delle città con il più alto numero di videocamere di sorveglianza sul territorio comunale, soprattutto in centro storico. Ogni angolo, i principali, sono osservati e viene registrato quanto succede. I risultati poi, in fatto di indagini, arrivano».


Ci sono però stati episodi come le baby gang e adesso gli imbrattamenti. Che situazione vive Venezia?
«Che ci sia la possibilità per imbrattamenti e scazzottate nelle calli sì, succede anche a Venezia. Sono episodi dei quali siamo ben consci però non mi azzarderei a parlare di una situazione fuori controllo: è un fenomeno che si vede in tutte le altre grandi città e anche Venezia, purtroppo, non fa eccezione».


È poco presidiata di notte la città?
«Il discorso è che c'è tutto un sistema di videosorveglianza che permette di poter schierare meno polizia. La città è videosorvegliata quasi in ogni angolo e questo sistema consente di liberare forze di polizia su altri fronti. Per il resto vedo difficile mandare più pattuglie, sono pochi gli uomini e le donne delle forze dell'ordine a disposizione e tanti i compiti da coprire e già si fa il massimo. Stando così le cose non c'è la possibilità di potenziare i numeri».

 


Si diceva di una Venezia osservata in quasi ogni angolo...
«Tanti fatti che succedono di notte, dai peggiori ai più banali, vengono poi sanzionati grazie al sistema capillare delle telecamere: i filmati restano impressi e le indagini ottengono il risultato sperato proprio perché l'intero centro storico è come se fosse guardato a vista».


Come commenta gli imbrattamenti dell'altra notte? Il Redentore è il caso limite ma sono stati sfregiati anche un ponte e un'altra chiesa.
«Poche parole: siamo di fronte a episodi di maleducazione quotidiana, reiterata più volte e grave ma purtroppo non evitabile visti i tempi che stiamo vivendo come società. Di maleducazione e vandalismi ce ne sono in tutti i centri urbani e Venezia non fa differenza da questo punto di vista. C'è però, a Venezia, la circostanza di trovarsi di fronte a numeri altissimi di persone che vengono in città, soprattutto durante il weekend, una situazione ben più grave rispetto ad altre realtà».


Possibile immaginare di mettere un presidio fisso di forze di polizia davanti ai luoghi simbolo della città?


«Vedremo più avanti se è il caso di ragionare su questo aspetto, ora come ora non vedo la necessità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino