PORDENONE- Reddito di cittadinanza, con l’inizio del mese di gennaio c’è una nuova incombenza cui i Comuni devono rispondere: i Puc, progetti utili di...
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UN PICCOLO ESERCITO
Nella Destra Tagliamento i nuclei familiari ai quali viene corrisposto il reddito di cittadinanza - stando ai più recenti dati Inps - sono 1.431 per complessive 3.345 persone. Di queste sono poco meno di 400 i percettori dell’indennità anti- povertà che risiedono nei Comuni che fanno riferimento all’Ambito socio-sanitario pordenonese. Si tratta di un piccolo esercito di persone disoccupate ai quali i municipi sono chiamati a dare una risposta nell’attesa che i Centri per l’impiego facciano i colloqui e inviino le persone verso un’occupazione. E nei Comuni più grandi si preannuncia già una situazione di caos. Sarà infatti necessario trovare un’occupazione dalle otto alle sedici ore settimanali. Tutti hanno l’obbligo di partecipare ai progetti comunali di pubblica utilità, tranne i minori, gli over-65 e le persone malate. Non tutti gli ambiti dell’amministrazione possono però essere presi in considerazione al fine di utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per compiti di pubblica utilità.
SOLO SUPPORTO
Non si potranno, per esempio, impiegare le persone in ruoli a copertura di dipendenti comunali assenti per ferie o per malattia. Inoltre non potranno essere ricoperti ruoli di organico anche se temporaneamente vuoti. I compiti che potrebbero rientrare nei progetti sono quelli legati alla manutenzione delle proprietà comunali, del verde pubblico e della pulizia dei parchi. Oppure in ambito culturale all’interno dei musei cittadini o delle sale per mostre.
Inoltre, tutti coloro che hanno l’obbligo di svolgere questo tipo di attività dovranno essere assicurati e in parte anche formati. E in alcuni casi, probabilmente, anche affiancati da personale in organico comunale. I costi di assicurazione e formazione sono in carico alle casse comunali. E su questo fronte si scopre un altro problema: i soldi del Fondo povertà da utilizzare per questo scopo che dovevano arrivare dal ministero non sono ancora arrivati.
IL SINDACO
«Ci stiamo organizzando - spiega il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani - per cercare di dare risposte al nuovo decreto appena entrato in vigore. Certo è che il numero di persone da prendere in carico è piuttosto elevato. Se la procedura, e pare che sia proprio così, è la stessa da seguire nei casi dei “vecchi” lavori di utilità sociale e per le borse-lavoro, le pastoie burocratiche sono parecchie. Se si considera poi che i soldi del Fondo di povertà, che dovremmo utilizzare per assicurazioni e quant’altro, non sono ancora arrivati dal ministero. Né la quota per il 2019, né tanto meno quella per il 2020. E dunque saremo costretti a trovare i fondi necessari in un altro capitolo del bilancio. Cercheremo di trovare le soluzioni migliori, ma non sarà facilissimo». Intanto i primi “assistiti” con reddito di cittadinanza hanno già cominciato a bussare: sanno che se non svolgeranno il lavoro “comunale” l’indennità de reddito sarà revocata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino