Caccia ai furbetti del reddito di cittadinanza, il trucco della doppia domanda per averlo

Caccia ai furbetti del reddito di cittadinanza, il trucco della doppia domanda per averlo
TREVISO - Non è ancora finita. Dopo i 293 casi di trevigiani beccati a incassare senza averne diritto il Reddito di Cittadinanza, incastrati da Inps e carabinieri, altri...

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TREVISO - Non è ancora finita. Dopo i 293 casi di trevigiani beccati a incassare senza averne diritto il Reddito di Cittadinanza, incastrati da Inps e carabinieri, altri furbetti sono già nel mirino delle forze dell'ordine. «Le pratiche esaminate e portate in Procura - dicono dalla sede Inps trevigiana - riguardavano il 2020, adesso stiamo lavorando sulle domande presentate nei primi mesi del 2021». E altre denunce sono in arrivo. L'Inps sta mettendo in atto una serie di controlli sia in forma autonoma, sia in collaborazione con carabinieri e guardia di Finanza. Nella Marca il numero di richieste arrivate per il Reddito di Cittadinanza non sono tantissime, poco meno di cinquemila nel 2020 e per l'80% presentate da stranieri che risiedono in provincia da anni, ma i controlli sono ugualmente molto accurati.


DOPPIA RICHIESTA
Esaminando i 293 furbetti individuati, di cui 19 dai carabinieri, emergono due aspetti. Il trucco più ricorrente è quello di fare due domande di Reddito di Cittadinanza quando se ne dovrebbe fare una. Esempio pratico e accaduto: famiglia di 6 persone. Presentano separatamente la domanda corredata da Isee entrambi i due adulti del nucleo familiare suddividendosi i figli. Quindi da un'unica famiglia sono arrivate all'Inps due domande comprendenti un adulto e due minorenni. In questo caso fondamentale per scoprire l'inganno è stato l'incrocio dei dati tra Inps e anagrafe del comune interessato. E ci sono stati vari casi di questo tipo, risolti con la collaborazione delle amministrazioni locali. Poi i tecnici dell'Inps hanno dovuto fare i conti con un considerevole numero di Isee falsi, con riportati redditi inferiori a quelli reali o patrimoni che non tengono conto della proprietà della casa o di eventuali seconde case. Infine l'incrocio con la banca dati dell'Aci: per ottenere il Reddito di Cittadinanza non si può avere un'auto benzina di cilindrata superiore al 1200 o diesel superiore al 1600, inoltre devono essere immatricolate da almeno due anni. Qui è venuto fuori un po' di tutto. Anche un errore: una signora vedova con tre figli si è vista revocare l'assegno perché l'auto risultava immatricolata da solo un anno. Poi, a una seconda verifica, il mezzo è risultato immatricolato da un anno in Italia, ma da 10 in Francia, da dove è stato acquistato come usato. L'Inps ha quindi corretto il tiro restituendo il contributo.


INDAGINI
I carabinieri del nucleo provinciale guidati dal colonnello Ginfilippo Magro a Vedelago hanno invece individuato a Vedelago 9 nuclei familiari che avevano ottenuto il Reddito di Cittadinanza pur contando al loro interno persone in stato detentivo, sottoposte a misura cautelare personale o condannate con sentenza definitiva: per tutti è scattata la revoca dell'assegno. Stesso misura adottata per altre 9 persone a Pederobba, colpevoli di aver presentato delle dichiarazioni Isee false, e per un residente di Nervesa che ha dimenticato di dichiarare che un componente della famiglia aveva trovato lavoro.


SODDISFAZIONE


La stretta sui furbetti è stata molto apprezzata dal governatore Luca Zaia: «Tre mesi di indagini, accertamenti e controlli incrociati, condotti dai carabinieri del Comando provinciale di Treviso in collaborazione con Inps, hanno portato alla scoperta di 293 furbi del reddito di cittadinanza. Persone che avevano omesso di dichiarare di aver trovato un lavoro, o nuclei famigliari che non avevano assolutamente diritto al beneficio. Mi complimento coi carabinieri e con Inps Treviso, per un'operazione che riafferma il principio di legalità a vantaggio di tutti i cittadini onesti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino