Risalgono i redditi, a Treviso in media 600 euro in più all'anno a lavoratore

Risalgono i redditi, a Treviso in media 600 euro in più all'anno a lavoratore
TREVISO - I redditi dei trevigiani tornano a salire: in media quasi 600 euro annui in più a testa nel 2021. Non certo una cifra da svoltare la vita, ma comunque...

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TREVISO - I redditi dei trevigiani tornano a salire: in media quasi 600 euro annui in più a testa nel 2021. Non certo una cifra da svoltare la vita, ma comunque un’inversione di tendenza, dopo il crollo conseguenza di fermi produttivi e ricorso alla cassa integrazione in molte aziende durante il lockdown. Restano, però, profonde differenze tra uomini e donne e tra le diverse fasce d’età, con specialmente giovani (precari) e anziani (pensionati) penalizzati rispetto alle classi centrali. 

L'analisi

L’analisi dei modelli 730 presentati tramite il Caaf dell Cgil di Treviso, nella campagna da poco conclusa per le dichiarazioni fiscali 2022 (quindi relative ai guadagni dell’anno precedente), conferma il recupero ai livelli pre pandemia: la media del reddito complessivo dichiarato (compresi dunque le rendite di fabbricati e terreni e altri introiti, e prima delle deduzioni) si attesta a 20.999 euro pro capite, a fronte dei 20.409 euro del 2020. Due premesse: i dati Cgil non coprono l’intera platea dei contribuenti della Marca, ma solo quanti, appunto, si sono rivolti al centro di assistenza fiscale del Quadrato rosso, peraltro, il più frequentato della rete del sindacato in Veneto e uno dei maggiori a livello provinciale in senso assoluto. Secondo, trattandosi di 730, in larga misura si parla di lavoratori dipendenti. Con 70.292 pratiche elaborate, comunque, il campione risulta significativo. «Ci stiamo riallineando ai valori del 2019 - commenta Mauro Visentin, segretario generale della Cgil trevigiana - Le misure e i vari bonus messi in campo dal governo hanno avuto l’importante effetto di consentire di superare i due anni di emergenza senza troppi casi di disperazione generalizzata. Rimane però un tema di fondo: i redditi da lavoro dipendente sono troppo bassi. Ancor più oggi, di fronte all’incidenza del caro vita sul potere d’acquisto. Per questo chiediamo soluzioni strutturali, a partire da un vero taglio del cuneo fiscale».

Gli squilibri

Il numero maggiore di dichiarazioni si colloca tra i 20mila e i 25mila euro di reddito: 15.194 utenti. La fotografia di dettaglio, tuttavia, mostra notevoli squilibri. Riguardo al genere, innanzitutto: i maschi dichiarano costantemente più delle donne. Negli scaglioni tra i 41 e i 70 anni, il divario si allarga fino a circa 10mila euro all’anno (da 29mila a 19mila, ad esempio, per i contribuenti tra 51 e 60 anni, quindi all’apice del proprio iter professionale). «Un gap che grida vendetta - ribadisce Visentin -. Poiché nelle aziende gli stipendi di partenza sono ovviamente uguali, il dato conferma che le donne, sulle quali ricade la gran parte dei compiti di cura familiare, hanno meno possibilità di carriera e devono più spesso ricorrere al part time o a interruzioni». Altro elemento discriminante, l’età: tra 21 e 30 anni, il reddito medio si attesta sui 16.843 euro, per poi calare nuovamente con la pensione: i 71-80enne non superano i 18.696 euro medi. Curiosità, il Caaf Cgil quest’anno ha preparato la dichiarazione anche per 29 ultra centenari. I contribuenti locali hanno pagato un’imposta netta di 3.211 euro, che, con le varie addizionali, arriva a 3.560 euro ciascuno. Continua a crescere anche la quota di quanti sono a credito con l’Erario: 53.359 soggetti, il 76% del totale, quasi duemila in più dell’anno prima. Riceveranno un rimborso medio di 809 euro, anche in questo caso in aumento rispetto ai 778 precedenti.

 

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Il Gazzettino