Red Canzian: «Il mio Casanova pop innamorato di Venezia»

Da sinistra lo scrittore Matteo Strukul, Red Canzian e il cantautore Miki Porru
C'è Venezia, «regina dei mari, signora del 700», dove «fra gli specchi liquidi dei canali e i sipari in velluto dei teatri, la vita sorride di giorno...

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C'è Venezia, «regina dei mari, signora del 700», dove «fra gli specchi liquidi dei canali e i sipari in velluto dei teatri, la vita sorride di giorno e si infiamma di notte» al centro di Casanova Opera Pop, l'ambizioso progetto di teatro musicale firmato e prodotto da Red Canzian che debutterà al Teatro Malibran il 21 gennaio 2022. Dedicato al figlio più ribelle e romantico della Serenissima, lo spettacolo, presentato a Milano da Canzian, dal regista Emanuele Gamba e da buona parte del cast artistico, prende le mosse dal romanzo storico Giacomo Casanova. La sonata dei cuori infranti, del padovano Matteo Strukul, coinvolto anche lui nel progetto, che dell'illustre veneziano ci offre un ritratto inedito, assai diverso dallo stereotipo dello spregiudicato seduttore seriale cui eravamo abituati. 

IL RITRATTO

Della partita anche Chiara Canzian (resident director e direzione canti) e Phil Mer (arrangiamenti musicali), figli rispettivamente di Red e di Beatrix Niederwieser, ovvero Bea, seconda moglie e stretta collaboratrice del cantante e compositore di Quinto di Treviso, con cui festeggia in questi giorni 29 anni di vita insieme. «Vagheggiavo da molto tempo l'idea di creare un grande spettacolo su Casanova confessa l'ex Pooh ma la chiave di volta me l'ha data, tre anni fa, la lettura di quest'opera che rende giustizia al personaggio, tracciandone un ritratto molto più complesso e sfaccettato. Il nostro Casanova, rappresentato a circa 35 anni di età e interpretato magistralmente da Gian Marco Schiaretti, è filosofo, letterato, cabalista, avventuriero, spadaccino, abile politico e, perché no, grande seduttore, ma in grado anche di innamorarsi perdutamente e rischiare tutto per la salvezza di Venezia, che l'aveva esiliato, e per amore della giovane e dolcissima Francesca Erizzo, impersonata da Angelica Cinquantini». 

LA VENEZIANITÀ

Lo spettacolo ambientato nel 700, che vedremo anche a Bergamo, Udine, Milano, Treviso e Torino, ha moltissimi elementi che richiamano Venezia e la venezianità, per cui è già stato annoverato fra le manifestazioni per i 1600 anni dalla fondazione della città. Sono di Venezia (elaborate dallo stesso Canzian) le immagini proiettate sulle scenografie immersive ideate Massimo Checchetto, direttore degli allestimenti scenici della Fenice, e illuminate da Fabio Barettin, altro uomo dello storico teatro, mentre Stefano Nicolao, titolare dell'omonimo atelier veneziano, sta ultimando i 120 costumi, realizzati a partire dai bozzetti di Desirèe Costanzo, impreziosendo il tessuto jeans donato da Renzo Rosso. Sono veneti alcuni dei cantanti-attori scritturati per il cast, di cui fanno parte anche Gipeto (nei panni del losco Inquisitore), Manuela Zanier (la perfida contessa Von Steinberg), Roberto Colombo (Zago), Alice Grasso (Gretchen), Paolo Barillari (Frate Balbi), Rosita Denti (Rosa), Jacopo Sarno (Alvise Zaguri), Silvia Scartozzoni (Elena da Padova) e Antonio Orler (il Doge Loredan). E il dialetto veneto arricchisce qua e là la prosa e le liriche di un paio di canzoni, delle 29 composte quasi di getto da Red Canzian, cesellate nei testi dal cantautore Miki Porru, suo stretto collaboratore, e orchestrate da Phil Mer. «Mi sono rifatto al mood settecentesco creando un suono sinfonico», affidato all'orchestra di Padova e del Veneto diretta da Carmelo Patti, inserendo i suoni organici della città, come lo sciabordio dell'acqua e il calpestio dei pavimenti in legno e integrando in alcuni brani gli strumenti del quartetto rock, caro alla storia di Red e della sua mitica band. A coronare il tutto ci saranno i balletti coreografati per dieci eccellenti danzatori-acrobati da Roberto Carrozzino e Martina Nadalini. E, ciliegina sulla torta, l'artwork della locandina disegnato da Milo Manara.
 

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Il Gazzettino