Record di incidenti sulle strade trevigiane: nove morti in 9 giorni Chi sono le vittime

TREVISO - Nove vittime in nove giorni, in una provincia che da inizio anno ha piantato già 36 croci. Ancora sangue sulle strade trevigiane. Una strage senza fine, uno...

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TREVISO - Nove vittime in nove giorni, in una provincia che da inizio anno ha piantato già 36 croci. Ancora sangue sulle strade trevigiane. Una strage senza fine, uno stillicidio di vite, molto spesso giovani, giovanissime. Ieri pomeriggio un motociclista di 37 anni, Manuel Bolzonello, è morto sul colpo per un sorpasso finito male a Caerano San Marco (Treviso). Nonostante i controlli rafforzati, le campagne di sensibilizzazione fatte soprattutto nelle scuole, con tanto di foto e video choc, e gli appelli delle istituzioni: nessun antidoto sembra essere in grado di fermare questa emorragia sulle strade della provincia. «A Treviso l’incidentalità è un nervo scoperto - aveva affermato nei giorni scorsi il questore Manuela De Bernardin Stadoan annunciando un’iniziativa di sensibilizzazione sul tema -. I primi artefici della sicurezza sulla strada siamo noi. Possiamo costruire macchine tecnologicamente sicure e strade non pericolose. Ma la maggior parte, anzi direi quasi dalla totalità degli incidenti, è determinata dall’inosservanza delle regole e dalla distrazione».


LO SCHIANTO
L’ultima vita spezzata è quella di Manuel Bolzonello, di Trevignano (Treviso). Alle 13.45 in sella alla sua Ducati 748 Desmoquattro di colore giallo si è lanciato in un sorpasso sulla Cadore Mare. Quello è un tratto rettilineo, che invita a dare gas ma in cui la striscia continua vieta il sorpasso. Il 37enne decide di superare lo stesso la Bmw 320 di un 22enne. Ma proprio durante la manovra azzardata succede l’irreparabile. La moto urta lo specchietto dell’auto e il centauro ne perde il controllo. La due ruote si trasforma in una scheggia impazzita che centra in pieno una ringhiera in ferro, dall’altra parte della carreggiata. Un impatto devastante: il motociclista viene sbalzato per metri. Il corpo cade sull’asfalto, muore sul colpo dilaniato mentre a casa lo aspettano la compagna Jessica e la figlioletta di appena due anni. I soccorsi sono stati tempestivi ma inutili: nessuno poteva fare più nulla per il motociclista. Il medico si è limitato a constatarne il decesso mentre i carabinieri hanno eseguito i rilievi e deviato il traffico. Illeso ma sconvolto il 22enne alla guida della Bmw, che ha assistito impotente alla carambola e che ora, molto probabilmente, verrà indagato per omicidio stradale, come atto dovuto. Nelle prossime ore la Procura di Treviso aprirà un fascicolo e disporrà tutti gli accertamenti necessari per fare chiarezza sul mortale. L’ultimo in una delle peggiori settimane di questi anni: a meno di 24 ore dalla notizia della morte del 17enne Marco Bianchin, investito da un’auto mentre era in giro in bicicletta con un amico. Lo studente si è arreso venerdì mattina, dopo un giorno e mezzo di agonia, in cui familiari, amici e una provincia intera avevano sperato nel miracolo. 


IL BILANCIO


Nove vittime in nove giorni, tre di queste vivevano nello stesso piccolo comune, San Biagio. La media, agghiacciante, è di una vita spezzata ogni 24 ore. Marco, studente di odontotecnica a Treviso e atleta della società Atletica San Biagio, era il più giovane. Quelli della strage sulle strade sono numeri da bollettino di guerra, che fanno salire a 36 la conta delle vittime da inizio anno. La croce del 17enne si è aggiunta alla “Spoon River” trevigiana proprio nel giorno in cui la Marca ha celebrato i funerali di altre cinque vittime della strada. I tre deceduti nel frontale di venerdì notte sulla Treviso Mare Ludovico Brunello, cuoco di 31 anni, Valeria Orsoni, 24 anni, cameriera e studentessa di Finanza all’Università Ca’ Foscari di Venezia e Dominga Orsato, 52enne, che guidava gli autobus pubblici e lo scuolabus di Altivole. Sempre venerdì la Marca ha detto addio al motociclista 23enne Marco Zorgno, morto sabato scorso a tre settimane dall’incidente con un’auto sulla Alemagna, e Valter Ronchi, il cuoco di 57 anni finito fuori strada martedì notte a Mareno di Piave. A loro si aggiungono le morti assurde di Dina Zanatta, 75 anni, schiacciata da tre blocchi di cemento persi da un tir in manovra, a Cavriè di San Biagio. E Gastone Feltrin, 64 anni, l’imprenditore quasi decapitato domenica pomeriggio sulla Treviso-Mare da un cavo di nylon perso poco prima da un agricoltore che poi si è rivelato essere suo cognato. Un dramma nel dramma: «Ero sotto choc per questo non ho detto subito che il cavo era mio - dice Andrea Piovesan, 59 anni, ora indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso -. Gastone non era solo un cognato ma un amico fraterno. Vivevamo in simbiosi». Storie diverse, lo stesso tragico destino. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino