Recoaro Terme, pioggia di 20 milioni di euro del Pnrr per rigenerarlo Ma gli esclusi insorgono e chiedono "le carte"

Recoaro Terme, pioggia di 20 milioni di euro del Pnrr per rigenerarlo
RECOARO TERME (VICENZA) - L'ufficialità è arrivata ieri dal ministero della Cultura: è Recoaro Terme (Vicenza) il borgo che sarà rigenerato...

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RECOARO TERME (VICENZA) - L'ufficialità è arrivata ieri dal ministero della Cultura: è Recoaro Terme (Vicenza) il borgo che sarà rigenerato con 20 milioni del Pnrr. Lo stesso succederà a Borgo Castello (Gorizia), Palù del Fersina (Trento), Stelvio (Bolzano) e insomma a tutti i 21 prescelti, uno per ciascuna Regione o Provincia autonoma. Ma è polemica in Veneto, dove gli altri 8 Comuni finalisti hanno presentato a Palazzo Balbi una richiesta di accesso agli atti, per conoscere in generale i motivi che hanno condotto alla scelta della località termale e per sapere in particolare se ha pesato la volontà di riqualificare proprio il compendio idropinico di proprietà della Regione.

Comuni, il bando fondi del Pnrr

Su un totale di 41 partecipanti al bando, erano arrivati in finale anche San Basilio ad Ariano nel Polesine (Rovigo); Mel a Borgo Valbelluna, Borgo dei Murales a Cibiana di Cadore e Sottoguda a Rocca Pietore (Belluno); Solighetto a Pieve di Soligo, Borgo Val a Sarmede e Collalto a Susegana (Treviso); Campo a Brenzone sul Garda (Verona). Con una delibera dell'8 marzo, però, la Giunta regionale aveva individuato la proposta di Recoaro, «caratterizzata da una solida strategia integrata di iniziative con potenziali importanti ricadute economiche per l'intero territorio circostante».

Esclusi sul piede di guerra


Ma quelle righe non bastano agli esclusi. Per esempio i trevigiani Stefano Soldan e Vincenza Scarpa, sindaci rispettivamente di Pieve di Soligo e Susegana, chiedono con due istanze gemelle «di poter esercitare il proprio diritto» di accesso agli atti, domandando nel dettaglio copia «della deliberazione di nomina della Commissione», «di tutti i verbali» compresi «quelli relativi alle sedute riservate», della documentazione amministrativa e tecnica «presentata da tutte le Amministrazioni preselezionate», nonché «documentazione di comprova sul possesso dei requisiti di borgo storico». Una richiesta analoga è stata formulata pure dagli amministratori bellunesi, come riferisce Andrea De Bernardin, primo cittadino di Rocca Pietore: «Sarebbe interessante capire dove abbiamo sbagliato, magari scopriamo che potevamo fare meglio...».


Recoaro investe i fondi del Pnrr sulle terme

Fra i delusi serpeggia comunque la convinzione che Recoaro abbia goduto fin dall'inizio di un vantaggio insuperabile: il fatto di voler investire 11 dei 20 milioni, come annunciato dal sindaco Armando Cunegato, a favore del complesso termale. Cioè di quegli immobili per cui giovedì è scaduto l'avviso pubblico, emanato dalla Regione, per l'aggiudicazione della concessione di valorizzazione. Pubblicato sul Bur del 25 febbraio, il testo faceva espresso riferimento alla partecipazione di Recoaro al bando sui borghi, al punto da precisare: «Qualora la proposta relativa alle idee progettuali e finanziarie presentate dall'Amministrazione comunale venisse accolta, la Regione del Veneto dovrà rientrare nella piena disponibilità dei beni patrimoniali in argomento, procedendo alla revoca delle concessioni». Il leghista Cristiano Corazzari, assessore veneto alla Cultura, respinge il sospetto di favoritismi: «Non erano previste premialità legate alla presenza di proprietà regionali. La valutazione si è basata su un'istruttoria tecnica condotta da esperti della Regione, della Soprintendenza e dell'Anci. È stata una scelta impegnativa, perché sapevamo che individuando un borgo avremmo inevitabilmente scontentato gli altri 8, tutti caratterizzati da progetti di spessore e di valore. Alla fine è stato selezionato quello di Recoaro per il maggiore potenziale di ricaduta positiva sul territorio in una prospettiva di lungo periodo. Magari gli altri Comuni potranno accedere alla seconda linea del bando». Si tratta dello stanziamento di 580 milioni, destinato a interventi diffusi in almeno 229 località. Ma anche in questo caso ci saranno delle esclusioni: come ha precisato il ministro dem Dario Franceschini, sono state presentate ben 1.791 domande.

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Il Gazzettino