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La vittoria di Alessandra Todde alle elezioni regionali in Sardegna ha scosso il clima della Lega in Veneto. Sono arrivati infatti i commenti di Alberto Stefani, segretario regionale veneto e Roberto Marcato, assessore regionale leghista. «Non appartengo alla schiera di chi fa 13 il lunedì, sicuramente ascolteremo i territori. È la prima regola per vincere le sfide che abbiamo davanti». È il breve commento di Stefani sul risultato delle elezioni regionali in Sardegna.
«L'esito di queste elezioni ci racconta due cose: che non basta il consenso di un leader nazionale per vincere le competizioni territoriali, che i tempi sono cambiati, immaginando che ci siano "tavoli nazionali", che decidere le candidature sui territori è un errore madornale, non deve essere più così, nelle regioni il candidato deve lo scegliere le regioni» È quanto affermato invece da Roberto Marcato, recordman di preferenze alle ultime elezioni in Veneto e voce "critica" all'interno del Carroccio.
«Qualcuno immagina - ha proseguito Marcato - che le classi dirigenti locali sono un optional, ma non è così.
Per quanto riguarda le prospettive per le regionali del 2025, secondo Marcato «quando sento dire, anche nel mio partito, che il Veneto è una partita nazionale mi vengono i brividi. Se per allora sarà possibile, dopo Zaia c'è Zaia . Se non ci sarà, allora ci vuole un leghista. Punto. Non c'è discussione, perché serve la continuità amministrativa. Se qualcuno pensa di replicare il consenso di Meloni in Veneto ha capito male. Se il centrodestra sarà unito, bene. Sennò, bene lo stesso: andiamo alle urne con una lista Lega, una lista Zaia , una civica autonomista e con tutti quelli che ci stanno», ha concluso.
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