Rapine in villa, il regista dei colpi resta in silenzio davanti al Gip all'interrogatorio di garanzia

Il 33enne si è avvalso della facoltà di non rispondere: resterà in carcere

Il tribunale di Padova
PADOVA - Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova, all'interrogatorio di garanzia di ieri mattina, Vladic Paicu si è avvalso della...

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PADOVA - Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova, all'interrogatorio di garanzia di ieri mattina, Vladic Paicu si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 33enne moldavo, residente a Padova e in carcere perché ritenuto la mente organizzativa di almeno quattro violente rapine, resta ristretto nella casa circondariale del Due Palazzi. Nel fine settimana l'uomo è stato arrestato dalla Squadra mobile della questura in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, provvedimento scaturito a fronte delle gravi prove raccolte nei suoi confronti in seno all'indagine nata dopo l'assalto alla villa di due anziani la sera del 18 agosto in via Asiago alla Mandria.

In aula

Ieri mattina Paicu è comparso in aula per l'interrogatorio di garanzia, difeso dall'avvocato Cesare Vanzetti. Nulla ha aggiunto o specificato in merito alle molteplici e grave accuse che gli vengono mosse. Il 33enne infatti si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice. Residente da diversi anni a Padova in via Tito Speri, laterale di via Sorio di fronte all'aeroporto Allegri, Paicu non risulta avere alcuna occupazione lavorativa. Secondo quando ad oggi ricostruito dagli inquirenti l'uomo vivrebbe esclusivamente dei proventi delle fruttuose rapine, che almeno dal 2019 rappresenterebbero la sua unica fonte di sostentamento. Nonostante ciò il moldavo fino all'arresto dei giorni scorsi ha sempre avuto la fedina penale immacolata.

L'inchiesta

La sera del 18 agosto un commando di banditi armati e incappucciati ha picchiato e rapinato l'83enne Paolo Piotto e la moglie 79enne Anita Girotto nella loro villa di via Asiago, fuggendo con 19mila euro di gioielli. L'indagine nata da quell'episodio ha portato gli investigatori a ritenere che quella notte in casa si fossero introdotti quattro uomini mentre il quinto, identificato nel Paicu, li avrebbe attesi in auto. Proprio lui tuttavia sarebbe stato il regista del colpo, architettato grazie alle informazioni avute da un connazionale 30enne (denunciato). Quest'ultimo avrebbe partecipato alla rapina dopo aver avuto a sua volta precise indicazioni sull'abitazione e i beni dei Piotto da suo padre e la sua matrigna, fino al 2017 impiegati come giardiniere e colf dei due anziani. Gli inquirenti ritengono anche che Paicu sia stato organizzatore e autore materiale di un'altra rapina, consumata a giugno 2020 ai danni di una 53enne padovana che in quell'occasione sarebbe stata anche violentata. Non solo. Il 33enne è accusato di essere anche l'uomo che il 22 e 23 luglio di due anni fa rapinò per due volte a distanza di un solo giorno il conte Antonio Caudullo nella sua abitazione di via Palestro. Infine l'intervento della Squadra mobile su mandato della Procura avrebbe sventato un ulteriore assalto, programmato dal Paicu in questi giorni ai danni dell'abitazione di Teolo del chirurgo estetico Carlo Alberto Pallaoro, pedinato per settimane dal 33enne che con un complice si ritiene stesse studiando l'obiettivo. Per questo al moldavo viene contestata anche la tentata rapina.

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Il Gazzettino