PADOVA - «Ho l’Aids, se non mi fai scappare, ti pungo con l’ago infetto». È la minaccia rivolta al direttore del Tigotà di via Umberto I da...
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IL FATTO
Sono da poco passate le 18.30 quando un cliente del negozio si avvicina al direttore del punto vendita e le dice che un ragazzo nordafricano si è riempito di prodotti lo zainetto. A quel punto la donna chiede il supporto dell’addetto alla sicurezza, si avvicina al ragazzo, magro e con il viso molto scavato, e gli chiede di seguirlo nel suo ufficio. Qui il direttore gli intima dunque di svuotare la borsa e le tasche. Lo straniero non si fa troppi problemi e restituisce tutto quello che aveva tentato di rubare: una trentina di prodotti, tra schiume da barba, shampoo e deodoranti. Forse il magrebino pensava che se avesse ridato tutto quanto se la sarebbe cavata senza strascichi. Ma quando ha visto che il direttore prendeva il telefono e componeva il 113, è scattata la rabbia.
L’AGGRESSIONE
A quel punto lo straniero ha riaperto lo zainetto e ha tirato fuori una siringa con l’ago scoperto. Probabilmente usata, visto che era fuori dalla confezione di carta e plastica che protegge i dispositivi di questo genere. L’uomo ha quindi gridato contro la responsabile del negozio: «Ho l’Aids, se non mi fate uscire da qui prima dell’arrivo della polizia, ti pungo». Così sia lei che l’addetto alla sicurezza hanno preferito lasciare che lo straniero si allontanasse.
Una volta uscito in strada, di corsa in direzione Prato della Valle, è partita immediatamente la telefonata alla centrale operativa della polizia che ha inviato una pattuglia delle Volanti.
LE INDAGINI
Gli agenti hanno fatto scattare immediatamente la caccia all’uomo, in base al veloce identikit fornito dal direttore e dal vigilantes, spaventati dall’esperienza appena vissuta, nonostante il negozio non sia nuovo a piccoli furti e rapine.
I poliziotti ora cercheranno di individuare il rapinatore magrebino anche grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza cittadina che immortalano quasi tutto il centro storico. È probabile, infatti, che lo straniero sia un volto noto alle forze dell’ordine e che basti un fotogramma per poterlo identificare.
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Il Gazzettino