Pestato a sangue da un bandito per la collanina a San Fior, la vittima Fiorenzo Zambon: «Gli urlavo basta, così mi uccidi»

SAN FIOR (TREVISO) - Fiorenzo Zambon, l'ex macellaio di 76 anni, è tornato a casa dall'ospedale dopo la brutta avventura che lo ha visto protagonista la...

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SAN FIOR (TREVISO) - Fiorenzo Zambon, l'ex macellaio di 76 anni, è tornato a casa dall'ospedale dopo la brutta avventura che lo ha visto protagonista la settimana scorsa di una brutale aggressione, che lo ha ridotto in gravi condizioni. Poteva finire peggio se non si fosse fermata la grandinata di calci e pugni. Fiorenzo ha subito la frattura di diverse costole, ma anche lesioni polmonari e interne.

AGGRESSIONE VIOLENTA

Chi lo ha aggredito non ha avuto nessuna pietà e lo ha riempito di botte per strappargli dal collo una collana che per lui aveva un'importanza affettiva. Adesso è a casa in assoluto riposo, ma per lui continua il calvario. Ha dolori ovunque e nei prossimi giorni dovrà tornare in ospedale per sottoporsi ad ulteriori controlli medici. Ora sta lentamente cercando di tornare alla normalità, ma non è facile liberarsi del pensiero di un'aggressione violentissima e gratuita. L'anziano ha seriamente pensato che non ne sarebbe uscito vivo, tanto che come ultima risorsa ha cercato di convincere il malvivente a smettere di colpirlo, parlandogli. Ma è stato tutto inutile. «Non ho molta voglia di parlare - racconta - Ho ancora male dappertutto. La schiena, le costole, il costato. Devo stare tranquillo e fermo. I dolori sono ancora forti». Cosa ricorda dell’aggressione? «Purtroppo ricordo tutto molto bene. Ero appena rientrato dal bar dove vado ogni giorno. Stavo per salire le scale, ma non ho fatto in tempo a fare nemmeno uno scalino che mi sono sentito aggredire da una tempesta di pugni. Istintivamente ho gridato e ho cercato di ripararmi la testa».

NESSUNA PIETA'

Il bandito ha giocato molto anche sul fattore sorpresa. Già di fronte a un'aggressione così violenta è difficile che un anziano possa difendersi. Se poi lo si coglie del tutto impreparato, le possibilità di reazione sono quasi pari allo zero. Ha visto il suo aggressore? Era travisato? Che lingua parlava? «Non l'ho visto in volto. Aveva un passamontagna con dei piccoli fori per gli occhi. Era molto alto e vestito bene, tutto di nero. Mentre mi percuoteva ho visto che nelle mani aveva dei guanti simili a quelli usati per andare in moto. Non ha detto una sola parola. Ha continuato a picchiarmi dopo avermi strappato la collana dal collo, ma non ha detto una sola parola». Ha avuto paura per la sua vita? «Sentivo dolore, ma pensavo solo a difendermi. Il dottore in ospedale mi ha detto che se mi avesse sferrato anche un solo altro pugno in testa avrei potuto morire. Sì, ho avuto molta paura, speravo solo che si fermasse, non ne potevo più». Cosa lo ha fermato? «Quando ho capito che fisicamente non potevo fare nulla contro quell'energumeno, ho cercato di parlargli. Cosa gli ha detto? Perché mi fai così male? Perché non parli? Non ti vergogni di colpire una persona anziana? Basta. Fermati, basta! E lui? Aveva quello che cercava, forse ha capito che se fosse andato avanti mi avrebbe finito. Non lo so. So solo che se n'è andato, lasciandomi pesto e dolorante». Cosa le hanno detto i medici? «Mi hanno consigliato assoluto riposo. Come le ho detto, ho ancora male dappertutto. Giovedì devo tornare in ospedale per ulteriori controlli. Non è ancora finita».

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Il Gazzettino