Sequestrata in casa per rapinarla: «Tradita dalla soffiata di un amico»

NOVENTA - Un’ora in balia dei banditi, che prima di scappare l’hanno legata alla poltrona. É l’incubo vissuto da Giovanna Polato, 68 anni, dipendente...

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NOVENTA - Un’ora in balia dei banditi, che prima di scappare l’hanno legata alla poltrona. É l’incubo vissuto da Giovanna Polato, 68 anni, dipendente comunale in pensione, vittima l’altra notte di un assalto nella sua villa di via Cappello a Noventa Padovana, in zona residenziale. Due banditi travisati l’hanno sequestrata per “ripulire” l’abitazione dove, secondo una “soffiata”, c’era parecchio da arraffare. Alla fine se ne sono andati con un’auto, poche centinaia di euro, del cibo e una macchinetta del caffè comprese le cialde. «Spaccheremo la faccia a chi ci ha dato informazioni sbagliate», le hanno detto. Sotto choc, ma incolume, la donna è riuscita a liberarsi e a chiamare i carabinieri.

Svegliata dai ladri entrati in casa di notte, legata e rapinata. Caccia ai due uomini fuggiti con l'auto della vittima


L’INCUBO
«Stavo guardando la televisione - racconta lei stessa - A mezzanotte e mezzo ho sentito i miei sei cani abbaiare all’impazzata. Istintivamente sono uscita in giardino e ho notato dietro un albero uno sconosciuto con il volto travisato. Mi sono messa ad urlare, pensavo scappasse, invece si è avvicinato e mi ha detto di aprirgli il cancello. Le mie urla l’hanno convinto ad andarsene dopo aver scavalcato la siepe». Giovanna Polato è tornata in casa convinta che si trattasse di un “ladro di polli”, non dando tanto peso a quell’insolita presenza perchè già in passato qualcuno le aveva rubato delle galline. Ha deciso di non contattare il 112. Ma il peggio doveva ancora arrivare. «Alle 2,20 mi sono piombati in casa dalla porta del garage due colossi con il volto travisato. Ho riconosciuto in uno dei due quello che avevo sorpreso in giardino. Mi hanno raggiunto alla poltrona e mi hanno ripetuto di non urlare altrimenti mi avrebbero fatto male. Volevano solo oro e soldi. Ho detto loro che i soldi, 120 euro, erano nel portafogli, mentre i monili li tengo in banca». Italiani, con accento veneto, i banditi si sono divisi: uno è rimasto di guardia alla vittima, l’altro ha ispezionato la casa a caccia di refurtiva. Ha preso anche il bancomat dopo essersi fatto dare il codice pin.
«La persona che mi teneva ferma mi ha detto che sono entrati in casa mia con le chiavi: qualcuno tra i miei conoscenti mi avrebbe tradito consegnandogli una copia. Il bandito mi ha anche detto che erano convinti di trovare preziosi e soldi a volontà e che l’indomani avrebbero spaccato la faccia a chi gli aveva fornito informazioni sbagliate sul mio patrimonio».


MINACCIATA


La donna è conosciutissima per aver lavorato una vita in municipio. «Ad un tratto - aggiunge - chi mi faceva la guardia ha notato che mi stavo sentendo male e mi ha detto di alzarmi. Mi ha passato un bicchiere d’acqua, mi ha detto di fare respiri profondi e mi ha passato una sigaretta». Prima di andare via i malviventi si sono fatti consegnare il cellulare che poco distante hanno abbandonato, le chiavi della Mercedes 320 e il telecomando del cancello. «Mi hanno rubato anche tre borse di cibo, compresa della pasta fresca, e la macchinetta per fare il caffè con tutte le cialde». La vittima è stata legata con nastro adesivo alle gambe, al petto e alle braccia. Alle 3,30 la fuga. «Sono riuscita ad avvicinarmi al tavolo con la sedia. Ho preso l’accendino, ho bruciato il nastro e ho chiesto aiuto». Immediato l’arrivo dei carabinieri della stazione e della Radiomobile di Padova. I banditi, con il bancomat rubato, sono riusciti a fare un prelievo di 500 euro. Giovanna Polato è sposata, ma suo marito vive in un’altra casa. Dice che cambierà le serrature di casa, ma continuerà a dormire da sola.

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Il Gazzettino